Nel marzo del 1938, subito dopo l’occupazione e l’annessione dell’Austria al Terzo Reich,
il Reichführer delle SS, Heinrich Himmler e Oswald Pohl, capo dell’ufficio amministrativo
delle SS, accompagnati da alti ufficiali delle SS, si recarono a Mauthausen e Gusen per
ispezionare le cave di pietra in attività in quelle cittadine. In particolare per prendere atto
della possibilità di allestirvi nuovi campi di concentramento. Seguirono altre ispezioni e il 7
aprile 1938 la municipalità di Vienna venne informata che le SS intendevano costruire un
campo di concentramento in cui fosse possibile imprigionare da 3.000 a 5.000 detenuti. Il
KL Mauthausen era stato indicato dal Obergruppenführer delle SS Reinhard Heydrich,
Lagerstufe III (ovvero di terzo grado, il peggiore, e l’unico) destinato a “... detenuti con
gravi pendenze penali, non rieducabili, e allo stesso tempo anche penalmente pregiudicati
e asociali, ovvero per detenuti per ragioni di pubblica sicurezza, che possono a mala pena
essere rieducati, è stato scelto il campo di concentramento di Mauthausen”.
Il 9 febbraio
1939, in sostituzione di Albert Sauer, Franz Ziereis venne nominato comandante del
Campo di concentramento di Mauthausen-Gusen: vi trascorse sei anni, rendendosi
tristemente famoso per la caccia ai prigionieri, alla quale addestrava, con il proprio fucile
dal portico della propria abitazione, il figlio undicenne. Il 20 aprile 1944 venne promosso
SS-Standartenführer per meriti speciali. Alla fine del 1943 i deportati di Mauthausen (e
sottocampi) raggiunsero il numero delle 25.000 persone (di cui 8.000 a Gusen). Nel 1943,
furono 8.481 i decessi (inclusi i morti nei sottocampi), 493 i casi di “morte non naturale”, e
2.926 è la quantità di grammi d’oro trafugati dai corpi dei prigionieri. Il 2 maggio del 1945
le SS ultimarono la raccolta della documentazione del lager, la dettero alle fiamme e
fuggirono (un po’ di documentazione si salvò comunque). Il 3 maggio, al mattino, ci fu
l’ultimo appello dei detenuti, e subito dopo molte SS lasciarono il campo: la sorveglianza
del campo passò alla “Polizia del Corpo dei Vigili del Fuoco di Vienna”. Da quel momento
sino all’ingresso degli americani il 5 Maggio, Mauthausen conobbe altri momenti difficili: la
formazione di fazioni o comitati di resistenza che si mossero come i nuovi padroni del
campo strappando le armi ai nazisti in fuga, alcune piccole rivolte in particolari zone del
lager, e l’uccisione di tanti “capi criminali” delle baracche, per mano dei prigionieri stessi;
questi “capi baracche”, detenuti al soldo delle SS, furono responsabili di atrocità verso i
deportati. Il sergente Albert Kosiek, comandante del “1° plotone del gruppo D del 41°
squadrone di Cavalleria Meccanizzata della XI divisione corazzata USA”, era sul primo dei
due carri armati da ricognizione che entrarono a Mauthausen nel tardo mattino del 5
Maggio 1945, accompagnati da un veicolo della Croce Rossa Internazionale, e che più
tardi scrisse al suo Comando: “…Mauthausen, era posto sul più alto terreno della zona
dove eravamo ed era fiancheggiato da un lato dal Danubio.
Da lontano sembrava una
serie di fabbriche. Sul lato opposto di un tratto di bosco c’era la prima entrata al campo.
L’auto bianca si fermò e gli occupanti scesero. In questa sezione il campo era circondato
da una barriera di filo metallico caricata con 2000 volts di elettricità. Oltre la barriera,
c’erano centinaia di persone che impazzirono di gioia quando ci videro per la prima volta.
È una visione che non dimenticherò mai. Alcuni avevano solo coperte che li coprivano,
altri erano completamente nudi, uomini e donne insieme, formando la folla dall’aspetto più
emaciato che io abbia mai avuto il dispiacere di vedere. Io scuoto tuttora la testa per
l’incredulità quando quell’immagine mi appare, perché essi rassomigliavano appena ad
esseri umani. Alcuni non potevano pensare più di 40 libbre. Il luogo si tramutò in un
tumulto e fu evidente che se questa gente non fosse stata fermata rapidamente non
sarebbe stato possibile evitare spargimento di sangue. Con la sicurezza dei miei uomini in
mente in ogni momento, sapevo che il compito di ristabilire l’ordine era mio”. Il 5 maggio
1945, giorno della liberazione americana del lager, erano presenti 17.232 detenuti, dei
quali 5.435 nel Krankenlager (lager infermieristico).
Dopo la liberazione del campo, il
comandante del Campo di concentramento di Mauthausen-Gusen, Franz Ziereis, fuggì
insieme alla moglie ed al figlio, ma venne ritrovato dai soldati americani in una casetta
nelle montagne di Phyrn, nell’Alta Austria, il 23 maggio 1945: Ziereis tentò nuovamente la
fuga, ma venne ferito gravemente. Dopo essere stato arrestato, venne trasferito
all’ospedale militare americano di Gusen, dove morì, dopo l’interrogatorio, il giorno
seguente; il suo corpo venne appeso dagli ex-prigionieri su una recinzione del campo di
Gusen, e poi sepolto in una fossa anonima. L’SS-Hauptsturmführer e membro delle SS-
Totenkopfverbände Georg Bachmayer ha servito come vicecomandante
(Schutzhaftlagerführer) nel campo di concentramento di Mauthausen; era il comandante
titolare del “Reparto di Custodia dei Detenuti”; ha anche supervisionato la produzione di
granito nella cava del campo. In questa posizione ispezionava i campi satelliti e diresse la
costruzione del campo di Ebensee. Era considerato un sadico brutale. Bachmayer si
suicidò l'8 maggio 1945, dopo aver sparato a sua moglie e due figli. L’SS-Obersturmfuhrer
Tenente Karl Schulz, era il comandante dell’Ufficio Politico. Fuggì nella notte tra il 2 il 3
Maggio 1945 con la sua amante che lavorava come stenografa nel campo.
Successivamente Schulz scambiò la sua uniforme e si procurò nuovi documenti di identità
in nome di Karl Muller. Poi si rifugiò a Colonia. Il 13 Marzo 1956 è stato arrestato per la
prima volta a causa delle accuse di crimine nel campo di concentramento di Mauthausen;
intanto il suo vero cognome era diventato Schulze. L'indagine si trascinò negli anni senza
sbocchi, e così fu rimesso in libertà. Nel 1966 ci fu una azione legale davanti alla Corte di
Colonia: Schulz viene imputato per le gravi azioni a Mauthausen insieme ad Anton
Streitwieser. Il 30 Ottobre 1967 il verdetto venne annunciato: Schulz ricevette 15 anni di
carcere per i suoi omicidi e atti di violenza. Scontata la pena, Schulz divenne un uomo
libero. L’SS-Oberscharführer Andreas Trumm è stato condannato a morte e giustiziato
dalle truppe statunitensi il 28 Maggio del 1947. L’SS-Hauptscharführer Josef
Spatzenegger è stato condannato a morte e giustiziato dalle truppe statunitensi il 27
Maggio del 1947. L’SS-Unterscharfuhrer Emil Muller è stato condannato a morte e
giustiziato dalle truppe statunitensi il 28 Maggio del 1947.