I cretini del web. Sfogano la loro ignoranza con accenti triviali, che rivelano una maleducazione di fondo. Ancor più riprovevole quando colpisce una donna. Episodi che vanno fortemente condannati. E che io condanno con forza. Naturalmente. Come nel caso di Alessandra Todde, Presidente della Regione. Il web, purtroppo, è un far west. I social diventano il megafono della malignità umana e del degrado espressivo attraverso l'insulto. Ma, attenzione, il cattivo esempio lo dà, spesso, non scordiamolo, la stessa politica. Addirittura in sedi istituzionali. Come quando dai banchi del Consiglio Regionale il capogruppo di un Partito di "sinistra" ha offeso pubblicamente la mia persona in quanto giornalista. O come quando una sezione di un altro Partito (di destra, in questo caso) mi ha colpito con un lungo comunicato, per ribattere alle critiche giornalistiche. Ebbene, proprio in quelle circostanze, la politica - tutta, senza eccezioni - è rimasta impassibile. Anziché replicare, con fermezza verbale, agli attacchi al ruolo dei giornalisti nella delicata battaglia per la libertà di informazione. Oggi sempre più a rischio in Italia. Io faccio tranquillamente a meno della solidarietà formale. Basta e avanza quella, spontanea, venuta dal cuore dei miei lettori. Ma il cattivo esempio dei politici rivela una sensibilità paradossalmente contrastante verso lo stesso problema. Alessandra Todde merita il coro di sdegno, a cui mi unisco, che i colleghi della politica le hanno riservato per gli insulti inqualificabili ricevuti da quattro cretini che si affacciano sui social. Ma il cattivo esempio, purtroppo, è la stessa politica a darlo. Anche se con linguaggio meno grave ma più pesante per il pulpito da cui si eleva. Tanto più che altri politici, protagonisti non a caso della cronaca penale, nei miei confronti hanno usato gravissime frasi offensive. Il rispetto deve valere sempre. Non, strumentalmente, a corrente alternata. Mario Guerrini.