Da “Vota Antonio” a “Vota Giorgia”: Quando la Politica si fa monogramma

  È curioso come, nel bel mezzo di una tempesta politica, alcuni trovino il tempo di riflettere sull’efficacia di un monogramma sulle schede elettorali. L’annuncio di voler inserire solo il nome "Giorgia" nella scheda elettorale ricorda vagamente i tempi del "Vota Antonio" di Totò, ma con un sapore meno goliardico e più strategico. E chissà se Eduardo De Filippo, in una situazione simile, avrebbe estratto il suo migliore "pernacchio", classificandolo come un capolavoro artistico. La verità, come si svela sotto i riflettori della scena politica italiana, è che la nostra Premier, al secolo Giorgia Meloni, sembra non fidarsi fino in fondo di quei “Fratelli” con cui si è circondata. 

  E non è difficile capire perché. Gli episodi di malcontento e di scissioni interne al partito sono all’ordine del giorno, e chi sa, forse la soluzione di tutto sta nel ridurre tutto a un nome, Giorgia, in speranza che la sua stessa essenza possa agire come un talismano contro le defezioni e i disastri interni. Il nostro paese è ormai ostaggio di normative e direttive europee, molte delle quali diventano oggetto di scetticismo e opposizione quando toccano interessi radicati e ben protetti. 

  Dalla difesa dei tassisti e dei gestori dei bagni pubblici contro le nuove leggi sulla concorrenza, fino ai costruttori e ai proprietari di abitazioni poco sicure che temono riforme edilizie stringenti. Giorgia, se rimanesse salda a Palazzo Chigi, probabilmente invertirebbe la rotta come ha già fatto con la Nato e con l’abbraccio a Israele, malgrado le precedenti critiche. 

  Ma, come recita un vecchio adagio, "Tanto -si sa- Auschwitz era un lager di Stalin." Non si può parlare di politica senza nominare gli Stati Uniti, dove un sondaggio di CNN butta giù Joe Biden come un sacco da boxe politico, con il 63% degli elettori che considerano la sua presidenza un fallimento. Eppure, l’economia sotto la sua guida mostra segni di ripresa. Non che ciò basti agli elettori, che già rimpiangono il passato recente di Trump, nonostante le turbolenze che lo hanno caratterizzato. È un gioco di equilibri e contraddizioni, dove il tempo a volte gioca a favore e altre volte si rivela un nemico per chi sta al potere. 

  La politica, come la vita, raramente offre certezze e spesso i suoi protagonisti sono costretti a navigare in acque turbolente, sperando di non perdere la bussola. La scelta di personalizzare così marcatamente una campagna elettorale europea con un solo nome può essere vista come un gesto di forza o un segno di debolezza, a seconda di chi guarda. Ma una cosa è chiara: nel bene e nel male, Giorgia intende lasciare un'impronta indelebile nel cuore e nella mente degli elettori, battendo il ferro finché è caldo, e magari, solo magari, cambiando il corso della storia politica italiana.

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