Michele Pais non usa giri di parole: “Nei giorni scorsi ho depositato un’interrogazione urgente in Consiglio comunale per chiedere chiarimenti e interventi immediati sulla raffica di pignoramenti dei conti correnti legati ai tributi locali. Ma, vista l’assenza di nuove sedute utili, il rischio concreto è che la discussione non avvenga in tempi compatibili con la gravità della situazione. Per questa ragione lancio oggi un appello pubblico all’Amministrazione comunale: serve intervenire subito per consentire ai cittadini di pagare a rate e liberare i loro conti correnti”.
Il consigliere comunale della Lega torna su un tema che definisce “un problema che sta colpendo duramente famiglie, anziani e persone in difficoltà economica, molti dei quali si sono visti bloccare l’unico conto su cui ricevono pensioni o piccole somme per il sostentamento quotidiano”. Non, dice, “evasori”, ma cittadini che “non sanno di avere debiti” o “non possono pagare”.
Il punto, per Pais, è di puro buon senso: “Per chi ha il conto pignorato e non dispone di altre risorse, diventa materialmente impossibile onorare il debito, anche volendo. E questo va contro ogni logica di buon senso”. La soluzione, aggiunge, c’è: “Il Comune è titolare del credito e ha tutti gli strumenti regolamentari per permettere la rateizzazione. Ma perché ciò avvenga, occorre liberare i conti, dando così ai cittadini la possibilità concreta di aderire a un piano di rientro sostenibile. Non si può rimanere inerti di fronte a un problema che si aggrava di giorno in giorno”.
Pais chiude con un invito diretto al sindaco e alla giunta: “Serve agire adesso, applicando più il buonsenso dei muscoli, prima che la situazione diventi irreparabile per tante famiglie algheresi. Il Comune è al servizio dei cittadini a cui, prima di chiedere l’adempimento delle proprie obbligazioni, deve garantire la qualità dei servizi erogati. E mi pare che proprio per quanto riguardi Tari e nettezza urbana, proprio non ci siamo”.
Sulla vicenda interviene anche l’assessore Enrico Daga, che sceglie Facebook: “Prima di arrivare ai pignoramenti, il contribuente ha ricevuto gli avvisi di accertamento, poi ha ricevuto un sollecito, poi un avviso di intimazione, e solo dopo aver ignorato tutto questo Secal, agisce con il pignoramento del conto corrente. I pignoramenti riguardano debiti del periodo 2016-2018, cioè 7-9 anni fa. Il cittadino ha avuto tutto il tempo di rateizzare o regolarizzare la propria posizione, non si può certo dire che il conto corrente sia stato pignorato improvvisamente”.
E affonda il colpo: “Badate, Secal è la società comunale che al nostro ingresso veniva data per essere a rischio chiusura. Ora che sta facendo il lavoro per cui è stata creata (dagli stessi che oggi la contestano), anche grazie al rinnovato rapporto di collaborazione voluto dal sottoscritto tra l’ufficio tributi comunale, dirigente responsabile e management, non piace. Ma ditemi, vi sembra una cosa normale?”.
Due visioni opposte, stesso tema: soldi che il Comune vuole incassare e conti che molti cittadini vorrebbero solo sbloccare. In mezzo, famiglie che restano senza liquidità. E un dibattito che, viste le posizioni, non finirà presto.