Alghero, San Giovanni senza cavalli. Pais (Lega): “Ferita aperta per la nostra identità”

La festa di San Giovanni, ad Alghero, si è consumata quest’anno tra le polemiche. Nessun cavallo in processione, nessuna statua del Santo, nessuna sosta davanti alla chiesa. È su questi vuoti che interviene il consigliere comunale della Lega Michele Pais, annunciando un’interrogazione urgente in Consiglio.

«Un fatto sgradevole quanto capitato in occasione dei festeggiamenti di San Giovanni: la mancata partecipazione dei cavalieri è il frutto di una gestione superficiale e non all'altezza. Presenterò un’interrogazione urgente per fare luce su quanto accaduto», afferma Pais, chiamando in causa la responsabilità dell’organizzazione.

A pagare il prezzo della disorganizzazione, secondo Pais, sono stati l’associazione Tesa, i cavalieri, le famiglie, i giovani partecipanti e l’intera comunità. «Dispiace nei confronti dell'associazione Tesa, dei cavalieri, le famiglie coinvolte, i giovani partecipanti e, più in generale, verso la nostra cultura e le nostre tradizioni popolari e religiose. Siamo di fronte a un fatto molto grave: una festa svuotata del suo significato, trasformata in un evento esclusivamente pagano, senza la statua del Santo e senza nemmeno una sosta davanti alla chiesa. Tanto vale chiamarla festa del Solstizio d’estate, togliendo il riferimento al Santo».

A innescare il problema sarebbe stata un’assicurazione predisposta dalla Pro Loco, giudicata insufficiente: copertura limitata a 500 metri, su un percorso di oltre 10 chilometri. Inoltre, secondo quanto riferito, sarebbe stata esclusa la partecipazione dei minori di 16 anni, nonostante la normativa nazionale fissi il limite a 14. «Ben cinque ragazzi di 15 anni si sono visti negare la possibilità di partecipare, con un danno non solo personale ma culturale per tutta la comunità», sottolinea Pais.

Il tutto sarebbe stato comunicato solo all’ultimo momento. «Tutto questo è stato comunicato con un preavviso ridicolo, solo venerdì mattina, rendendo di fatto impossibile trovare soluzioni alternative come una nuova assicurazione. Non è tollerabile che, a fronte dell’impegno e della passione che i cavalieri mettono ogni anno nella preparazione – dal trasporto al benessere degli animali, alla cura dell’abbigliamento tradizionale – vengano trattati con questa superficialità».

Pais conclude con una proposta politica precisa: riportare la regia dell’evento nelle mani del Comune. «Chiederò all’amministrazione di riferire su chi ha preso questa decisione, con quali criteri e con quale rispetto per il sentimento popolare. Probabilmente è il momento di portare la totale regia dell’organizzazione di questa festa in capo all’Amministrazione comunale o alla fondazione. A San Giovanni è stato tolto tutto: i cavalli, i giovani, la statua, la fede. È una ferita aperta per la nostra identità».

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