Una precisazione netta, indirizzata all’opinione pubblica e agli alleati del centrodestra. Il Coordinamento cittadino dei Riformatori Sardi di Alghero interviene per smentire con decisione ogni legame con il gruppo civico Noi Riformiamo Alghero, definito erroneamente da un articolo de L’Unione Sarda come “costola dei Riformatori”. «Tale affermazione non corrisponde al vero – chiariscono i rappresentanti del partito – pertanto come Riformatori Sardi in Alghero precisiamo che tale gruppo civico non ha alcun legame politico o organizzativo con il nostro partito».
Una presa di posizione che riapre una vicenda politica mai del tutto sopita. I Riformatori puntualizzano che il nome del gruppo Noi Riformiamo Alghero è «certamente fuorviante e può indurre in errore», ma «non rispecchia in alcun modo l’identità, i valori e la linea politica dei Riformatori». E aggiungono: «È vero che alcuni attuali esponenti, candidati durante le elezioni comunali 2024 in Noi Riformiamo Alghero, hanno fatto parte del nostro partito in passato, tuttavia la loro adesione al cosiddetto “campo largo” con il PD di Elly Schlein, i 5 Stelle, AVS e altre forze di sinistra ha determinato la loro naturale e totale uscita dai Riformatori».
Le dichiarazioni si inseriscono in un quadro politico che ad Alghero, negli ultimi due anni, ha visto una ridefinizione profonda degli equilibri all’interno dell’area riformista. Durante le ultime elezioni comunali, che hanno visto candidato Marco Tedde per il centrodestra, i Riformatori regionali hanno sostenuto apertamente la sua candidatura. Ma a livello locale, la frattura si era già consumata: Francesco Marinaro, Alberto Bamonti e Andrea Montis – all’epoca riconosciuti esponenti locali dei Riformatori – decisero di sostenere Raimondo Cacciotto, candidato del centrosinistra, contribuendo alla formazione di un gruppo civico che rappresenta la crasi tra Noi con Alghero (di Maria Grazia Salaris, Emiliano Piras e Alessandro Loi) e i riformatori sardi locali dell'epoca.
Una scelta che provocò la fuoriuscita di Antonello Muroni, allora segretario di Noi con Alghero, che insieme a Nicola Salvio, Maria Vittoria Porcu e Alessandro Balzani diede vita a un nuovo nucleo di Riformatori Sardi fedeli al centrodestra. Questo gruppo partecipò alle elezioni con il simbolo Patto per Alghero, in alleanza con l’UDC e in appoggio a Marco Tedde. Una lista che, pur strutturata, non riuscì a prevalere, anche a causa della scissione interna al fronte riformista che – confluendo nel gruppo Noi Riformiamo Alghero – si rivelò l’ago della bilancia nella vittoria del centrosinistra.
I Riformatori veri e propri, dunque, rimasero un contenitore ridotto, che solo dopo le elezioni è stato ricomposto con l’attuale configurazione. Ma il cortocircuito tra centrodestra e centrosinistra si è reso plastico quando, a febbraio 2024, lo stesso Francesco Marinaro è stato candidato dai Riformatori alle regionali per sostenere Paolo Truzzu. Una candidatura nel solco del centrodestra che però fu seguita, appena pochi mesi dopo, dal celebre “accordo di Villa Mosca”: una stretta di mano tra Marinaro e Cacciotto, nella residenza storica privata algherese da cui il patto ha preso nome, che ha suggellato post elezioni l’ingresso dell’ex candidato del centrodestra nella nuova amministrazione di centrosinistra in qualità di vicesindaco e assessore alle manutenzioni.
Un epilogo che oggi i Riformatori vogliono definitivamente chiarire. «Approfittiamo di questo errore giornalistico – conclude il Coordinamento cittadino – per ribadire la nostra posizione: il partito dei Riformatori Sardi non è parte del progetto civico che sostiene il sindaco Cacciotto né tantomeno ne condivide le scelte, oltre a non avere nulla a che fare con il gruppo civico Noi Riformiamo Alghero. Il nostro percorso resta chiaro, coerente e saldamente ancorato ai valori del centrodestra liberale».