Ad Alghero, 8.200 persone hanno firmato per chiedere che il Comune acquisti il Canile Primavera. La petizione è stata consegnata il 5 settembre al sindaco Raimondo Cacciotto. Quel giorno, il primo cittadino aveva promesso un riscontro entro un mese. Sono passati due, e di risposte non se ne sono viste.
Con largo anticipo, i volontari hanno chiesto un aggiornamento. L’incontro è stato fissato solo alla vigilia, per il 7 ottobre, con l’assessore all’Ambiente, Raniero Selva. Ma il colloquio si è chiuso in fretta: l’assessore ha spiegato che non aveva nulla di nuovo da dire, perché “la palla è nelle mani del sindaco”. E la palla, da allora, sembra ferma al centro del campo.
Nessun atto, nessuna delibera, nessuna comunicazione ufficiale. Solo parole. Nel frattempo, nel rifugio di Pala Pirastru restano cinquecento animali, e un gruppo di volontari che continua a sperare in un segnale.
Il Comitato ricorda che già nel luglio 2024 una delegazione del Comune aveva visitato la struttura. Si era parlato di possibili investimenti e di acquisizione pubblica. Poi più nulla. Le “dichiarazioni diffuse a mezzo stampa” – scrivono i volontari – “non possono sostituire atti concreti”.
Il portavoce, Andrea Salis, parla a nome di tutti: “Dopo mesi di attesa, i tempi sono maturi per una decisione politica esplicita. Serve un atto, una data, un impegno. Il silenzio non è più accettabile.”
La questione, a questo punto, non è tecnica ma politica. O il Comune intende comprare il canile, oppure no. Continuare a rimandare significa solo prolungare l’incertezza e lasciare in sospeso il destino di una struttura che, piaccia o no, svolge un servizio pubblico.