Mario Conoci torna sul tema più spinoso per Alghero: l’eolico offshore davanti a Capo Caccia. Lo fa ricordando un atto preciso: «Nel 2022, da Sindaco di Alghero, firmai l’opposizione formale al progetto di parco eolico offshore davanti a Capo Caccia: un impianto enorme di 382 km² con 27 torri alte oltre 300 metri, incompatibile con il territorio e di impatto devastante sul paesaggio, sull’ecosistema marino e sulle rotte migratorie dell’avifauna».
Una posizione, spiega, che non nasceva da un “no” ideologico alle rinnovabili: «La contrarietà non derivava da un rifiuto ideologico delle energie rinnovabili, ma dalla consapevolezza che la transizione energetica non può essere imposta sacrificando identità, patrimonio naturale e culturale, e il diritto delle comunità locali a partecipare da protagoniste».
Conoci parla di metodo “calato dall’alto”: «Denunciammo un metodo calato dall’alto: nessun coinvolgimento del territorio, nessun dialogo con le istituzioni, nessun rispetto per le prerogative comunali. Alghero e la Sardegna trattate come colonie, gravate da vincoli e servitù senza alcun beneficio».
I rischi, a suo dire, sono concreti: «L’impianto rappresenterebbe solo obblighi e svantaggi: perdita irreversibile di un patrimonio naturale e paesaggistico, danno all’immagine e all’identità della città, e disagi enormi per i lavori a terra del cavo di trasferimento dell’energia, che attraverserebbe il Porto storico, la Passeggiata Garibaldi, via Don Minzoni e la Pietraia, incidendo pesantemente sulla vita quotidiana. Tutto questo senza alcuna riduzione dei costi energetici per i cittadini, senza compensazioni, senza ritorni economici: un sacrificio privo di giustificazione sociale ed economica».
Pur non essendo più sindaco, Conoci non cambia linea: «Resto convinto che quella opposizione fosse giusta e necessaria. Sono certo che l’attuale amministrazione comunale continuerà su quella strada, difendendo con determinazione Alghero, la sua comunità e il suo territorio. Ma è doveroso chiedersi anche quale sia la posizione e quali le iniziative della Regione Sardegna».
Il tema non riguarda solo Capo Caccia. «Questo non è un problema isolato: altri progetti simili minacciano la Sardegna, compreso un secondo impianto offshore poco a sud di Alghero, quasi contiguo a quello di Capo Caccia. L’intero territorio regionale rischia di subire un’imposizione che scarica costi e danni sulle comunità locali senza alcun ritorno positivo».
Per Conoci serve una mobilitazione larga: «Alghero e la Sardegna fondano le proprie prospettive di sviluppo su ambiente e turismo: il nostro mare non può essere trasformato in una immensa “zona industriale”. Per questo è indispensabile che l’amministrazione comunale coinvolga le città vicine e la nascente Città Metropolitana di Sassari. Il sindaco Cacciotto deve far sentire immediatamente e con forza la propria voce».
Un passaggio finale riguarda l’attualità: «In questo quadro, l’attuale denuncia di Mauro Pili si pone in continuità con la posizione formale che il Comune di Alghero espresse nel 2022, che io stesso, da Sindaco, firmai».
E la chiusura è una dichiarazione di principio: «Difendere Alghero significa difendere un patrimonio naturale e identitario che appartiene ai suoi cittadini, alla Sardegna e all’Italia intera».