“L’annuncio dei nuovi dazi da parte dell’amministrazione
Trump sarà probabilmente l’ennesima notizia destinata a essere rivista o modificata nei
prossimi mesi. Tuttavia, questo clima di incertezza non ci permette di lavorare con
serenità. Il dazio attuale al 10%, combinato con il cambio sfavorevole del dollaro, già
penalizza il nostro export. Con un aumento al 30%, è inevitabile che le vendite subiscano
un rallentamento, e questo ci preoccupa seriamente”.
La situazione del comparto - Così Gianni Maoddi, presidente del Consorzio di tutela del
Pecorino Romano DOP, commenta l’ipotesi di un inasprimento dei dazi annunciato dal
presidente statunitense in una comunicazione indirizzata alla presidente della
Commissione europea Ursula von der Leyen. “La nostra fortuna, al momento – prosegue
Maoddi – è che non abbiamo eccedenze produttive, che la produzione 2024 è stata
completamente venduta e che la nuova produzione del 2025 è pronta per essere immessa
sul mercato. Questo ci dà un minimo di margine operativo, ma non può bastare di fronte a
un eventuale blocco o rallentamento consistente delle esportazioni verso uno dei mercati
più strategici per il nostro prodotto”.
Le proposte del Consorzio - Il presidente del Consorzio rilancia quindi una serie di
proposte: “Serve mantenere la calma e non cedere alla tentazione di abbassare i prezzi,
che danneggerebbe tutto il comparto.
Occorre invece attivare tutti gli strumenti che la
politica ha a disposizione: rilanciare il pegno rotativo e aiutare le aziende a sostenerne i
costi, riproporre i bandi destinati agli indigenti per alleggerire i mercati interni, finanziare un
ammasso straordinario per immettere il prodotto in maniera graduale sul mercato e,
perché no, valutare il ripristino dei premi all’esportazione che fino al 2004 hanno
incentivato l’apertura verso nuovi mercati esteri. Attraverso questo sistema si potrebbe
compensare l’effetto dei dazi”.
Appello alle istituzioni: servono interventi urgenti - Maoddi conclude con un appello
alle istituzioni: “Le aziende, soprattutto quelle più vulnerabili sotto il profilo finanziario, non
possono essere lasciate sole. Se il mercato americano dovesse davvero rallentare, molte
realtà rischierebbero seri problemi. Il Consorzio non starà a guardare: stiamo già portando
avanti attività di lobbying, sia negli Stati Uniti che presso le istituzioni europee, per far
comprendere l’unicità del Pecorino Romano DOP e l’importanza di tutelare un prodotto
simbolo del made in Italy agroalimentare”.