Sassari, quartiere Baddimannitta. Era una mattina come tante, quella di ieri 20 giugno, quando la serenità della routine quotidiana è stata spezzata da un grido disperato. Angelo Cossu, un uomo di 55 anni, ha perso la vita mentre stava pulendo la tenda solare del suo terrazzo.
Un attimo di distrazione, un fatale passo falso, e l'abisso ha inghiottito la sua esistenza. La moglie, testimone impotente, ha dato l'allarme, ma i soccorsi sono stati vani.
Questa tragedia ci ricorda la fragilità della vita, quel filo sottile che separa la normalità dal dolore più profondo.
Una caduta dal secondo piano, un volo che ha strappato Angelo alla sua famiglia e alla sua quotidianità. L'ambulanza del 118 e la Polizia locale sono intervenuti rapidamente, ma non c'è stato nulla da fare. Angelo, un tecnico stimato e benvoluto, ha lasciato un vuoto incolmabile nella comunità.
La cronaca nuda e cruda di un incidente domestico si trasforma in un grido di dolore collettivo, un monito sulla sicurezza e sull'importanza di non sottovalutare i rischi nelle attività quotidiane.
Angelo non era solo un nome tra tanti, era un marito, un lavoratore, un uomo che meritava di invecchiare con dignità.
In queste ore di sconforto, la città di Sassari si stringe attorno alla famiglia Cossu, in un abbraccio che tenta di lenire l'inimmaginabile sofferenza. La sua morte, tragica e improvvisa, ci invita a riflettere sulla precarietà della nostra esistenza e sull'urgenza di prendersi cura di noi stessi e degli altri, anche nelle piccole cose di ogni giorno.