Ecco l'ennesimo episodio che dimostra come il teatro dell'assurdo abbia finalmente trovato un palcoscenico degno: gli aeroporti italiani. Nel più recente atto di questa commedia, un passeggero milanese, vittima del ritardo di un volo Ita Airways da Olbia a Milano, si è visto assegnare 250 euro come compensazione. Un ritardo di oltre tre ore, che ha mandato all'aria i piani di questo cittadino e degli altri passeggeri, è stato "risolto" con una cifra che sembra più un insulto che un risarcimento.
Il Giudice di Pace di Milano ha applicato con zelo burocratico il Regolamento Comunitario 261/2004. Ah, la legge! Sempre così magnanima nel dare il minimo indispensabile e mai un centesimo in più.
ItaliaRimborso, l'eroe di questa farsa, esulta per l'ennesima vittoria, che si aggiunge al loro impressionante 97,8% di casi vinti. Ma cosa significa realmente questa vittoria? Forse che i viaggiatori possono finalmente dormire sonni tranquilli, sapendo che se il loro volo arriverà con tre ore di ritardo, potranno almeno permettersi una cena decente con la compensazione ricevuta? O è forse un triste promemoria che nel mondo delle compagnie aeree e dei tribunali, il disagio e la frustrazione dei viaggiatori valgono meno di un biglietto di andata e ritorno per la stessa destinazione?
Non sorprende quindi che per attivare l'assistenza di ItaliaRimborso non ci sia bisogno di sborsare nulla.
Come potrebbe essere diversamente in un sistema dove il valore del tempo e della comodità dei passeggeri è quantificato in cifre che sembrano uscite da una lotteria dell'assurdo? Tutto quello che serve è compilare un form sull'homepage del loro sito. Semplice, no? Quasi quanto accettare il fatto che in Italia, viaggiare con puntualità e senza disagi è più un lusso che un diritto.