Cagliari, Sella del Diavolo, stop ai danni agli habitat protetti. Il GrIG chiede atti concreti e l’azione per danno ambientale

Le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) e Amici della Terra sono state quelle che – ormai una ventina di anni fa – con la realizzazione del sentiero naturalistico ed archeologico hanno promosso la riscoperta e la fruizione pubblica della Sella del Diavolo, il caratteristico promontorio del litorale cagliaritano. L’esigenza era, allora, anche evitare opere pubbliche tanto dispendiose quanto assurde in un contesto ambientale e paesaggistico così delicato e già a rischio idrogeologico: la Sella del Diavolo si poteva – e si può – fruire senza funivie, senza obelischi e monumenti vari. Men che meno c’è bisogno di nuovi sperperi di denaro pubblico, per iniziative improbabili, c’è stato un intervento comunale di sistemazione ambientale e messa in sicurezza, mentre l’ormai notevole fruizione pubblica da parte di tanti escursionisti non sempre attenti ai valori naturalistici dell’area oggi necessita di una non più procrastinabile regolamentazione. Il valore ambientale e storico-culturale della Sella del Diavolo. La Sella del Diavolo rientra nel demanio militare (ramo Esercito e ramo Marina) ed è tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e in parte con vincolo idrogeologico (regio decreto n. 3267/1923 e s.m.i.). Sono presenti i due siti di importanza comunitaria (S.I.C.) “Torre del Poetto” (codice ITB042242) e “Monte S. Elia, Cala Mosca e Cala Fighera” (codice ITB042243) ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna e la flora, ed è prevista quale riserva naturale regionale “Capo S. Elia” (legge regionale n. 31/1989 – Allegato A). Il piano di gestione dei S.I.C. “Torre del Poetto” e “Monte S. Elia, Cala Mosca e Cala Fighera”, approvato con decreto Assessore Difesa Ambiente Regione autonoma Sardegna n. 3 dell’11 febbraio 2011 prevede, fra le prescrizioni e indirizzi specifici, il divieto di apertura di nuovi sentieri e il mantenimento di quelli esistenti “solo al fine di una loro percorribilità pedonale”. Sono presenti testimonianze archeologiche di epoca punico-romana (i resti del Tempio di Astarte/Venere Ericina, resti di viabilità, cisterne puniche e rimane), i resti della Chiesetta e del Monastero di S. Elia, oggetto di una lunga campagna di scavi, le Torri costiere del Poetto e di S. Elia, i ruderi delle installazioni militari risalenti alla II guerra mondiale, tutti beni culturali tutelati dall’ominimo vincolo (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.). A rischio gli habitat naturalistici della Sella del Diavolo. Apertura di nuovi sentieri, taglio della macchia mediterranea per realizzazione di nuove piste da cross, erosione progressiva, danneggiamento della vegetazione protetta, questo è quanto avviene fin troppo spesso e volentieri ormai da tempo sulla Sella del Diavolo, promontorio demaniale militare cagliaritano fra i più rilevanti gioielli naturalistici e storico-culturali del Mediterraneo. Ma non basta, negli ultimi tempi sono stati addirittura lanciati appelli e raccolta fondi “per la richiodatura in titanio” delle vie di arrampicata sportiva lungo le falesie di Cala Fighera (visto che “episodi di rottura si sono avuti per il momento nelle falesie costiere di Cala Fighera - Cagliari”) con la posa di zip – line, pur trattandosi di aree Hg4 e Hg3 (elevato rischio frane) del vigente piano di assetto idrogeologico (P.A.I.). Inoltre, è il caso dei tanti, troppi, ciclisti in mountain bike, spesso poco attenti agli escursionisti a piedi e, soprattutto, incuranti dei danni al fondo naturale in calcare e alla vegetazione: purtroppo, sono ormai frequenti i tagli alla macchia mediterranea per aprire nuovi percorsi. E i fenomeni erosivi proseguono inclementi. Addirittura anni fa sono state patrocinate dal Comune di Cagliari manifestazioni sportive con percorsi di centinaia di mountain bike. Le installazioni fisse per arrampicata sportiva e la zip –line in area a rischio frane costituiscono un pericolo per la nidificazione dei rapaci (in particolare il Falco pellegrino, Falco peregrinus) e per la stessa incolumità pubblica. La perizia sui danni ambientali. La recente approfondita perizia “Sistema pedo-vegetazionale e degrado da processi di erosione antropica nell’area della Sella del Diavolo (Cagliari)” (marzo 2023) predisposta dal dott. biol. Francesco Aru (biologo ecologo paesaggista, esperto di Landscape Ecology e Valutazione Impatto Ambientale, consulente per pianificazione e gestione dei sistemi agro-silvo-pastorali e della vegetazione forestale) e dal dott. geol. Daniele Tomasi (dottore in scienze geologiche, esperto di scienza del suolo e di processi di desertificazione, consulente per pianificazioni territoriali e ripristini ambientali), evidenzia grazie a un’ampia analisi e ricerca sul campo “un incremento costante della frequentazione dell'area, sia da parte di escursionisti a piedi che di utilizzatori di biciclette da cross. Questa elevata frequentazione e le tipologie di attività hanno portato all'aumento dell'impatto sui tracciati esistenti, che di conseguenza sono aumentati in larghezza, e hanno determinato la formazione continua di nuovi percorsi”. Le conclusioni sono chiare: “lo studio mostra un livello di impatto antropico eccessivo per le caratteristiche pedovegetazionali dell'area e per la sua capacità di recupero. Oltretutto le situazioni riscontrate non sono compatibili con la normativa che regola la fruizione dell'area. Si ritiene necessario il miglioramento della cartellonistica informativa, la realizzazione di importanti campagne di educazione ambientale e di sensibilizzazione, la stesura di un regolamento di fruizione dell'area e la costituzione di un sistema di controllo territoriale per il rispetto della normativa e per assicurare la tutela degli habitat e delle specie”.

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