Un futuro caratterizzato da temperature in crescita, piogge ridotte ma di carattere estremo, incendi e dissesti idrogeologici: questa la previsione per la Sardegna entro il 2050. Secondo le proiezioni del Centro Studi per il Cambiamento Climatico, supportato da Greenway Group Srl ed Ecogest Spa, l’isola affronterà sfide significative, con conseguenze dirette su ambiente, abitazioni e attività economiche.
Si stima che la temperatura media potrebbe aumentare fino a 1,6°C rispetto agli attuali valori, un dato che allinea la Sardegna alle previsioni per l’Italia centrale. A subire maggiormente questa variazione saranno le coste orientali, con un aumento di circa 17 giorni annui caratterizzati da ondate di calore e notti tropicali. Di contro, i giorni con temperature massime inferiori a 0°C saranno in costante diminuzione.
Le conseguenze del cambiamento climatico non si fermano alle sole variazioni termiche. Piogge ridotte, ma concentrate in eventi intensi e improvvisi, potrebbero provocare smottamenti e frane.
Attualmente, oltre 6.000 chilometri quadrati di territorio sardo sono classificati a rischio idrogeologico. Tra questi, 1.649 chilometri quadrati sono considerati ad alto o elevato rischio, con il coinvolgimento diretto di più di 12.000 edifici e 9.000 famiglie. In particolare, sono circa 1.000 le imprese minacciate da smottamenti e più di 300 i beni culturali in pericolo.
Allo stesso modo, il rischio alluvionale rappresenta una minaccia concreta: più di 823 chilometri quadrati dell’isola sono considerati ad alta probabilità di allagamenti. Circa 29.000 edifici, 78.500 abitanti e oltre 6.600 imprese potrebbero subire danni significativi se non si adottano misure preventive.
Non meno allarmante è la previsione sull’aumento degli incendi boschivi. Il rapporto segnala che le temperature oltre la media stagionale e i periodi di siccità prolungati stanno esponendo foreste e pascoli a un rischio crescente. Solo nel 2024, migliaia di ettari sono andati distrutti, mettendo in ginocchio aziende agricole e allevatori.
Questo scenario evidenzia la necessità di strategie integrate per la gestione del territorio, che comprendano monitoraggi costanti, interventi infrastrutturali e misure di prevenzione per mitigare i danni e preservare il fragile equilibrio dell’isola.