Eolico Offshore: Progetto Mistral tra Capo Mannu e Capo Marrargiu

  Tra le coste di Sassari e Oristano, sta per prendere vita un progetto ambizioso e controverso: l’impianto eolico offshore denominato “Mistral”. Questo progetto, proposto dalla società Parco Eolico Flottante Mistral Srl, prevede l’installazione di 32 aerogeneratori galleggianti, con una potenza complessiva di 480 MW, in uno specchio d’acqua che copre 309 chilometri quadrati. Le turbine, con un’altezza complessiva di 355 metri, saranno posizionate su fondali variabili tra 250 e 1350 metri, a distanze comprese tra 19 e 29 miglia nautiche dalla costa. Il progetto Mistral nasce dall’esigenza di incrementare la produzione di energia rinnovabile in Italia, un obiettivo fissato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, precedentemente noto come Ministero della Transizione Ecologica. 

  Questo ministero, sotto la guida dell’allora ministro Roberto Cingolani nel governo Draghi, ha promosso diversi progetti per aumentare la capacità eolica offshore del Paese. Il progetto Mistral è uno dei primi di una lunga serie di iniziative che mirano a sfruttare il potenziale eolico del Mar di Sardegna, una delle aree più ventose del Mediterraneo. L'impianto Mistral prevede una produzione netta di energia di 1.398,24 GWh all'anno, sufficiente a garantire corrente elettrica per oltre mezzo milione di famiglie italiane. 

  Gli aerogeneratori saranno posizionati in modo da minimizzare l’impatto visivo e ambientale, anche se non mancano le preoccupazioni tra i residenti e le associazioni ambientaliste. Il progetto ha suscitato un acceso dibattito tra i cittadini e le amministrazioni locali. Francesco Guillot, presidente della LIPU Sardegna, ha espresso preoccupazione per l’impatto ambientale, sottolineando la necessità di coinvolgere maggiormente le popolazioni locali. Guillot ha evidenziato che la zona interessata è caratterizzata da un ecosistema marino ricco e diversificato, con la presenza di posidonieto e altre specie di interesse conservazionistico. Inoltre, a livello terrestre, il passaggio dei cavidotti e la realizzazione delle stazioni richiederanno lo spostamento di ulivi e altre modifiche significative al paesaggio agricolo e naturale. Nonostante le rassicurazioni degli sviluppatori riguardo alla minimizzazione degli impatti ambientali, le critiche non mancano. La Lipu, insieme ad altre associazioni locali, sta studiando attentamente i 280 documenti del progetto per preparare osservazioni da presentare entro il 3 agosto 2024.

  Secondo Guillot, è essenziale creare un comitato che possa rappresentare le preoccupazioni dei cittadini e pubblicizzare le problematiche legate al progetto. Il progetto Mistral è destinato a diventare un punto di riferimento per l’energia eolica offshore in Italia. Tuttavia, la sua realizzazione solleva questioni cruciali sul bilanciamento tra sviluppo energetico e tutela ambientale. Gli studi di posizionamento e l’impiego di tecnologie avanzate come la trivellazione orizzontale controllata sono stati presentati come soluzioni per ridurre l’interazione con le aree marine protette e minimizzare l’impatto visivo e ambientale. Inoltre, l’impegno a ripiantare gli ulivi espiantati in aree idonee e a piantumare specie autoctone attorno alle stazioni sono misure pensate per mitigare gli effetti negativi sul territorio. 

  Il progetto Mistral rappresenta un caso emblematico di come le sfide della transizione energetica si intrecciano con la necessità di preservare l’ambiente e coinvolgere le comunità locali. Mentre l'Italia si muove verso un futuro più verde, la storia di questo impianto eolico offshore evidenzia l'importanza di un dialogo trasparente e inclusivo, che consideri non solo i benefici energetici ma anche le preoccupazioni ambientali e sociali. La prossima scadenza per le osservazioni pubbliche sarà un momento cruciale per valutare se e come il progetto potrà avanzare, in un equilibrio tra progresso tecnologico e rispetto per la natura e le comunità.

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