Termometro rossoblù: riflessioni a caldo sul Cagliari che verrà

A bocce ferme, col campionato ormai chiuso come una trattoria d’agosto, l’umore a casa Cagliari oscilla tra la speranza e il timore. Come ogni anno. Finite le fatiche, è tempo di mercato e bilanci, di promesse e preoccupazioni. Il popolo rossoblù ha avuto il suo sollievo: la permanenza in Serie A. Ma ora, sulla riva del mare che bagna l’isola, si odono già i primi scricchiolii di una stagione nuova che non fa sconti a nessuno.

La prima matassa da sbrogliare è quella dell’allenatore: Davide Nicola, spirito sanguigno e artefice della salvezza, è sospeso tra la permanenza e l’addio. Non è un dilemma tattico, è un cruccio umano. Se resta, si parte da un’idea chiara di gioco; se va, si torna a ripartire da capo. E nella storia del Cagliari, lo sappiamo, non è sempre andata bene.

Saluterà invece José Luis Palomino, guerriero senza clamori, che sceglie l’America del Sud per chiudere il cerchio della sua parabola. Lo si saluta senza fronzoli, con il rispetto che si deve a chi ha sudato onestamente la maglia.

Capitolo rinnovi: Nicolas Viola, cervello sopraffino e piede educato, resta. Avrà un altro anno per distribuire geometrie e punizioni velenose. Accanto a lui, Tommaso Augello si avvicina a un biennale, mentre per Gianluca Gaetano è pronto il riscatto: si parla di sei milioni, ma per un talento come il suo potrebbero essere ben spesi, se usati con criterio. E con Gaetano, si può già dire: chi ha fantasia non muore mai di noia.

Dal vivaio, una ventata di freschezza: Alessandro Vinciguerra, classe 2005, ha incendiato il campionato primavera sotto la guida di Fabio Pisacane. Per lui è pronto un rinnovo con opzione pluriennale: da certe piante bisogna saper aspettare i frutti.

Tra i pali, il discorso si fa serio: Elia Caprile, portiere che ha fatto innamorare la piazza, ha un prezzo – otto milioni – e la corte spietata di altre società. Il Cagliari dovrà decidere in fretta se tenerlo come baluardo del futuro o vederlo volare altrove, come troppo spesso è capitato con chi ha mostrato qualità. In porta, si sa, non si può sbagliare. Una parata fa un punto, un errore li fa perdere tutti.

Nel mentre, il CRAI Sport Center si prepara a riaprire i battenti: si partirà da lì una settimana prima del ritiro, previsto per il 10 luglio. Sarà il preludio a un’altra stagione di sofferenza, speranza e grinta. Come tutte quelle vissute da questa squadra che sa resistere alle mareggiate del calcio moderno come una barca testarda ormeggiata a Sant’Elia.

Il termometro, oggi, segna febbre moderata. Ma il cuore dei tifosi, si sa, non scende mai sotto i 38.

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