È partita da Bosa, con il suo castello che domina il Temo e la sua anima antica, la quarta edizione del Festival dell’Archeologia promosso dalla Fondazione Mont’e Prama. L’ex convento dei Cappuccini ha accolto la serata inaugurale, aprendo un nuovo viaggio nei territori della storia, della cultura e della partecipazione.
Ad aprire i lavori è stato il sindaco Alfonso Marras, che ha definito la manifestazione «motivo di grande orgoglio», sottolineando come Bosa abbia «tanto da raccontare» e che il Festival rappresenti «un’occasione per farlo in dialogo con tutto il territorio». Una dichiarazione che sintetizza il senso dell’intera operazione culturale: restituire identità, seminare relazioni, valorizzare ciò che spesso giace sotto silenzio.
Anthony Muroni, presidente della Fondazione Mont’e Prama, ha voluto ringraziare l’amministrazione comunale e ribadire l’impegno del progetto: «La bellezza dei luoghi, la qualità dei relatori, la cura per i dettagli, il piacere di incontrare gli operatori della cultura. Ma proprio per questo c’è il rischio che tutto venga dato per scontato. Serve sostegno, visione, collaborazione». E in questa prospettiva ha definito «strategica» la nascita della Fondazione Bosa, alla quale la Mont’e Prama è pronta a collaborare «anche solo in qualità di testimoni».
Parole nette anche da parte di Monica Stocchino, in rappresentanza del Ministero della Cultura: «Il Festival sin dalla prima edizione ha saputo parlare a un pubblico ampio, attraverso un linguaggio universale che unisce. Si tratta di un modello da esportare: il patrimonio, vissuto così, diventa strumento di crescita e coesione sociale».
Nel cuore della serata, la lezione degli studiosi Attilio Mastino e Antonio Maria Corda sulla Bosa antica, mentre Franco Giuliano Rolando Campus ha condotto il pubblico in un viaggio tra le pietre e i secoli del castello Malaspina, simbolo della fase di incastellamento e della storia civile della città. A chiudere, le note del Quintetto Atlantico di Enzo Favata, che ha riportato Bosa al centro di una memoria musicale viva: proprio qui, lungo il Temo, nacquero le suggestioni sonore del disco Atlantico, pubblicato nel 1999 e oggi cult.
Ambra Pintore, volto ormai consueto del Festival, ha condotto l’intera serata e accompagnerà anche le tappe successive.
Il Festival dell’Archeologia prosegue oggi, mercoledì 18 giugno, con una tappa di forte respiro internazionale. Al Museo Civico Giovanni Marongiu di Cabras, a partire dalle 20:30, i riflettori si accenderanno sulle grandi mostre promosse dalla Fondazione Mont’e Prama all’estero. Sul palco: Carme Rovira Hortalà del Museo Archeologico della Catalogna, Manfred Nawroth del Neues Museum di Berlino, Natalia Demina del Museo Ermitage di San Pietroburgo e Paolo Giulierini, già direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. La serata sarà coordinata da Nicoletta Buffon, amministratore delegato di Villaggio Globale International.
A seguire, il racconto delle mostre allestite in Sardegna: Il ritorno dei Giganti (a cura di Muroni), Aristocrazie sarde ed etrusche (a cura di Giulierini), la mostra su Tharros al Museo Diocesano Arborense, e Sulle spalle dei Giganti su Nivola e la preistoria moderna, firmata da Luca Cheri e Giorgio Murru.
Conclude l’incontro un’introduzione musicale del duo composto da Federica Urracci e Alessio Sanna. Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito.
Il programma completo è disponibile su www.monteprama.it.