Viaggi artistici nell’800 sardo: Pompeo Calvia e la Faradda presso il Castello di Sassari.

  13 “auto-fotografie” descrittive di illustri firme della Sardegna ottocentesca, accompagnate da immagini e disegni d’epoca: è questo il prossimo viaggio settimanale che dedico alle lettrici ed ai lettori della Gazzetta Sarda; un connubio artistico che si affaccia sulle parole di alcuni dei maggiori personaggi della cultura isolana ottocentesca, corredate da istantanee, disegni, dipinti di una romantica e sempreverde Sardegna. Lo speciale ed unico numero pubblicato di “Natale Sardo” del 25 dicembre 1898, al costo di 50 centesimi, fu ideato dall’illustre artista sassarese Pompeo Calvia per devolvere gli incassi delle vendite ai conterranei del Campidano che avevano subito i devastanti effetti dell’uragano del novembre 1898; tra i collaboratori degni di nota, indico i nomi dei disegnatori Troiani e Gherardenghi, e per la parte amministrativa (tipografica e litografica) della rivista cito la firma di Manzini.

  In “Natale sardo”, troviamo alcune interessanti, seppur brevi, descrizioni di personaggi della cultura di Sardegna, direttamente scaturite dalla penna degli stessi: Grazia Deledda, Pompeo Calvia, Enrico Costa, Luigi Falchi, Ugo Ranieri, Luigi Canepa, Sebastiano Quesada, etc. Nel nostro primo viaggio artistico nell’800 sardo, incontriamo le parole del pittore e poeta sassarese Pompeo Calvia, accompagnate da un’immagine del Castello di Sassari durante una Discesa dei Candelieri antecedente al 1878, e cioè prima dell’abbattimento del castello stesso. “Chatterton fu un cretino: bruciare i propri versi e morire: roba da pazzi! Io, alla tenera età di quarant’anni, piglio moglie e comincio un poema in dialetto. A proposito: la poesia dialettale mia rimarrà insuperata in Sassari. Ho ammiratori perfino in Germania. Gigi Falchi mi ha fatto un profilo in Natura ed Arte e mi ha proclamato un genio nella Vita Italiana. Ne’ miei viaggi all’estero, raccolgo impressioni per quadri... che non farò mai. Tra le mie glorie: l’Esposizione artistica sarda. Il mio incubo: il protocollo”. La prossima settimana leggeremo dell’illustre premio nobel Grazia Deledda.

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