Alghero: più potere ai cittadini attivi, in arrivo il nuovo regolamento per la gestione dei beni pubblici

Sarà forse una goccia nel mare della burocrazia italiana, ma ad Alghero si tenta almeno di farla cadere nel punto giusto. Il Comune si prepara a varare un nuovo Regolamento per la gestione condivisa dei beni comuni, un documento che – se sarà scritto con intelligenza e applicato con onestà – potrebbe dare finalmente sostanza a quella che da troppo tempo è rimasta poco più di un’etichetta: la cittadinanza attiva.

In realtà, un primo tentativo c’era già stato nel 2016, quando si varò un’iniziativa che permetteva a cittadini singoli o associati di prendersi cura di piccoli spazi pubblici, con qualche aiuola sistemata e qualche panchina riverniciata. Ora però si cambia passo: l’obiettivo è andare oltre la cosmesi urbana e puntare sulla vera condivisione della responsabilità pubblica, attraverso strumenti più strutturati e più efficaci.

Il cuore della riforma sarà il cosiddetto Patto di Collaborazione, un accordo tra amministrazione e cittadini che stabilirà, nero su bianco, regole e modalità con cui intervenire nella gestione, nella cura o persino nella ristrutturazione dei beni comuni, che siano essi materiali (spazi verdi, edifici, marciapiedi) o immateriali (memoria collettiva, cultura locale, iniziative civiche). «Il patto di collaborazione sarà lo strumento principale attraverso il quale sarà regolato il rapporto tra Comune e cittadinanza – hanno spiegato gli assessori Raffaella Sanna e Roberto Corbia – è lo strumento con cui Comune e cittadini attivi concordano tutto ciò che è necessario ai fini della realizzazione degli interventi di cura, gestione condivisa e rigenerazione dei beni comuni. Uno strumento semplice che facilita gli accordi con l’Ente e che favorisce la democrazia partecipativa».

A voler essere ottimisti, potrebbe essere la prima volta che il cittadino smette di essere “beneficiario” passivo e diventa co-gestore della cosa pubblica, su un piano di parità con il Comune. In un'epoca in cui l’amministrazione locale, indebolita da vincoli di bilancio e carenza di personale, fatica a mantenere anche l’ordinario, l’idea che il cittadino possa non solo segnalare un problema, ma contribuire a risolverlo, non è solo nobile: è necessaria.

Attualmente sono circa 120 gli algheresi che hanno aderito all’avviso pubblico del 2024 per far parte del programma di Cittadinanza Attiva. A loro è stato presentato ieri il primo impianto del regolamento, che sarà discusso più nel dettaglio il prossimo 9 giugno, in un evento pubblico articolato in due tavoli tematici: uno dedicato alla scrittura del regolamento, l’altro ai contenuti e alle tipologie dei patti di collaborazione.

Ora, che non si tratti solo di un altro documento da dimenticare in un cassetto dipenderà da due fattori: la chiarezza delle regole e la buona fede nell’applicarle. Perché la democrazia partecipativa non è un dono che si concede, ma un diritto che si esercita. E per funzionare davvero, ha bisogno di cittadini consapevoli, di amministratori coraggiosi, e soprattutto di uno Stato che non tema di fidarsi dei suoi cittadini.

Per una volta, almeno, ad Alghero si prova a farlo.

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