In tempi in cui le parole “innovazione” e “digitale” si sprecano come coriandoli nelle sagre estive, la Giunta regionale della Sardegna ha compiuto un passo concreto. Su proposta dell’assessora agli Affari generali, Personale e Riforma della Regione, Mariaelena Motzo, è stato approvato lo schema di accordo attuativo per la partecipazione dell’Isola al progetto REG4IA – Resilienza e Sicurezza del Territorio, promosso dal Dipartimento per la Transizione Digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Si tratta di un’iniziativa dal respiro ampio e dalle ambizioni notevoli, che coinvolge – oltre alla Sardegna – anche Toscana, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia. Il progetto sarà finanziato con il Fondo per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, e punta a sviluppare soluzioni sperimentali basate su Intelligenza Artificiale, reti 5G e supercomputer HPC, per il monitoraggio dei rischi naturali, la tutela delle infrastrutture e, si spera, la salvezza dell’ambiente.
“Si tratta di un’iniziativa di grande rilievo strategico – dichiara l’assessora Motzo – e siamo particolarmente orgogliosi di partecipare attivamente ai lavori della Commissione ITD della Conferenza Stato-Regioni che, nell’ottobre 2024, ha stanziato 20 milioni di euro per lo sviluppo di progetti interregionali dal forte carattere sperimentale. Per questo, insieme a Toscana, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia, abbiamo deciso di proporre un unico progetto, mettendo a sistema le diverse competenze e risorse per sviluppare soluzioni condivise e replicabili. Si tratta di un progetto che rafforza la nostra capacità di intervento sul territorio attraverso strumenti digitali e innovativi, e che si inserisce pienamente nel quadro dell’Agenda Digitale regionale e del Piano Triennale per l’Informatica nella PA 2024-2026. L’intelligenza artificiale può diventare un alleato prezioso per prevenire e gestire situazioni di rischio, rendendo la Sardegna più sicura e resiliente”.
Nel linguaggio paludato della burocrazia, ciò significa che la Sardegna non resterà a guardare mentre il resto d’Italia sperimenta nuovi strumenti tecnologici per gestire i disastri. Nello specifico, l’Isola concentrerà i propri sforzi sull’assetto idrogeologico, un nervo scoperto del territorio, e il progetto sarà gestito dalla Direzione Generale Innovazione e Sicurezza IT, in collaborazione con l’Autorità di Bacino, SardegnaIT e l’Università di Cagliari.
“L’obiettivo – aggiunge l’assessora Motzo – è creare un hub interregionale che possa diventare un punto di riferimento per lo sviluppo e la diffusione di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale nella gestione del territorio, contribuendo a renderlo più sicuro. Vogliamo sfruttare al massimo il potenziale dell’AI per migliorare la sicurezza ambientale, promuovendo al contempo uno sviluppo economico e sociale più sostenibile e inclusivo”.
Dichiarazioni nobili, che meritano attenzione. Perché se l’AI può aiutare a prevedere una frana o a monitorare un’alluvione prima che si trasformi in tragedia, allora ben vengano le sinergie, le strategie e gli hub. E se c’è un ambito in cui la collaborazione tra Regioni non puzza di retorica, è proprio questo.
Il progetto si colloca all’interno del Piano triennale per l’informatica nella PA 2024-2026, ed è coerente con la Strategia Nazionale per l’Intelligenza Artificiale e con la Strategia Nazionale Cloud Italia, che promuove l’uso dell’AI in ambienti cloud, con attenzione alla sicurezza, all’interoperabilità e alla trasparenza. Tre parole che nella pubblica amministrazione spesso latitano, ma che in questo caso sono almeno scritte nero su bianco.
Infine, REG4IA vuole essere esempio di collaborazione interregionale virtuosa: soluzioni replicabili, dati condivisi, amministrazioni che si parlano. Un piccolo miracolo, se davvero funzionerà. Ma – come avrebbe detto un vecchio cronista di razza – più che ai comunicati stampa, sarà bene guardare ai cantieri. E vedere se, dopo le parole, arriveranno i fatti.