Un nuovo episodio di degrado ambientale ha colpito il litorale di Alghero. Nei giorni scorsi, il personale della compagnia Barracellare, durante una perlustrazione della costa nord, ha scoperto una catasta di gusci di ricci di mare: circa 5.000 resti di echinodermi abbandonati in un unico punto, probabilmente dopo essere stati svuotati per ricavarne la preziosa polpa da vendere illegalmente.
La segnalazione è stata immediatamente raccolta dal presidente della Commissione Ambiente Christian Mulas e dal presidente del Parco di Porto Conte e dell'Area Marina Protetta Capo Caccia-Isola Piana, Emiliano Orrù, che hanno espresso forte preoccupazione per l’ennesimo atto di bracconaggio ai danni dell'ecosistema marino.
«Come presidente del Parco di Porto Conte e Area Marina Protetta Capo Caccia-Isola Piana e come Presidente della Commissione Consiliare Ambiente e Area Marina Protetta, esprimiamo la nostra più profonda preoccupazione per il grave fenomeno che continua a interessare il nostro territorio» ha dichiarato Mulas. «Nonostante il divieto assoluto di raccolta dei ricci nell'Area Marina Protetta di Capo Caccia e Isola Piana e la raccolta contingentata degli operatori autorizzati negli altri specchi acquei, assistiamo con dispiacere alla continua violazione delle normative, con il risultato di un paesaggio naturale rovinato da inciviltà e degrado».
Secondo il consigliere, il problema non si limita al danno estetico, ma ha ripercussioni dirette sull’equilibrio marino. «I gusci abbandonati non sono solo una chiara evidenza di un comportamento irresponsabile, ma costituiscono un serio pericolo per l’ecosistema marino locale, compromettendo la biodiversità e minacciando l’equilibrio dell’ambiente».
Mulas ha poi lanciato un appello alla cittadinanza e alle istituzioni: «È fondamentale che tutti i cittadini e le istituzioni uniscano le forze per proteggere il nostro patrimonio naturale e contrastare queste azioni dannose con maggiore rigore e consapevolezza. Inoltre, invitiamo le persone a evitare di acquistare prodotti non certificati, perché non essendo tracciati possono anche causare gravi problemi di salute».
Per contrastare il fenomeno e scoraggiare la pesca illegale, le autorità locali hanno annunciato un rafforzamento dei controlli. Il Corpo Forestale, la Vigilanza Ambientale e la compagnia Barracellare intensificheranno le attività di monitoraggio e, in particolare, verranno installate foto-trappole nei punti più sensibili per individuare i responsabili di questi atti illeciti.
Il ritrovamento della catasta di gusci di ricci conferma che, nonostante i divieti e le regolamentazioni, il commercio illegale della polpa di riccio continua a rappresentare un problema serio per il litorale algherese. La stretta sui controlli sarà il primo passo per arginare un fenomeno che mette a rischio non solo la salute del mare, ma anche il futuro di una risorsa che, se sfruttata senza criterio, rischia di scomparire.