Sardegna paralizzata dai disservizi digitali: torna il dibattito sul contante

  La Sardegna si è risvegliata bloccata da un blackout digitale che mette in discussione il funzionamento di un sistema economico sempre più dipendente dalla tecnologia. I servizi POS e i circuiti di pagamento elettronico, inclusi Maestro e Visa, sono stati colpiti da un disservizio che ha avuto origine in Svizzera. Un cavo danneggiato durante l’installazione di tubature del gas ha interrotto la connessione globale della fintech francese Worldline, mandando in tilt i pagamenti digitali e causando disagi anche ad alcune banche straniere. I problemi sono iniziati giovedì mattina, con segnalazioni che si sono moltiplicate in tutta l'Isola. 

  La situazione ha rallentato non solo le attività commerciali, ma anche i prelievi di contanti dagli sportelli automatici, lasciando molti cittadini e turisti senza mezzi di pagamento immediati. Mentre i tecnici sono al lavoro per ripristinare la rete, i disservizi perdurano, alimentando polemiche sulla vulnerabilità di un sistema che, in teoria, dovrebbe essere affidabile e resiliente. In un’economia che spinge verso la totale tracciabilità e l'abbandono del denaro fisico, episodi come questo sollevano domande cruciali. Cosa accade quando il sistema digitale si inceppa? Come può muoversi l’economia quando il pagamento tracciabile diventa inaccessibile? L’episodio di questi giorni dimostra che, senza un piano di emergenza, la dipendenza da circuiti elettronici rischia di trasformarsi in un boomerang. Ecco allora che il tanto bistrattato contante riacquista valore. Da anni sotto attacco mediatico e legislativo, il denaro fisico resta l’unica vera ancora di salvezza in situazioni come questa. Non ha bisogno di connessione, non risente di blackout e garantisce transazioni rapide e sicure in tempi di crisi. 

  Ma il contante, per quanto utile, non è privo di limiti: in assenza di una politica di convivenza equilibrata tra fisico e digitale, rischia di essere marginalizzato, a discapito della flessibilità del sistema economico. Questo disservizio dovrebbe servire da monito per governi e aziende: la digitalizzazione ha i suoi pregi, ma non può essere l’unica via. È necessario investire in infrastrutture più sicure, in sistemi di backup e soprattutto in un modello che tenga conto dell'importanza del denaro fisico. Affidarsi completamente a un sistema che può essere messo in ginocchio da un cavo danneggiato, in un paese lontano, espone le economie a rischi evitabili. Il contante non è un nemico dell’innovazione, ma un alleato prezioso per garantire continuità in un mondo in cui i capricci telematici sono sempre dietro l'angolo. Forse è arrivato il momento di rivedere il dibattito, senza pregiudizi ideologici, e dare al vecchio denaro il posto che merita nel futuro.

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