Sbarca a Olbia con 30 chili di cocaina: tra i mobili, un carico di vergogna

  Olbia, porto Isola Bianca, una mattinata come tante, fino a quando le Fiamme Gialle non decidono di fermare un camion che trasporta mobili. Niente di strano, se non fosse che tra gli accessori d’arredamento, i finanzieri hanno trovato 30 chili di cocaina. Sì, avete capito bene: droga, tanta droga, nascosta tra divani e cassetti, come se fosse un pacchetto di biscotti dimenticato al supermercato. Il conducente, un cagliaritano di 37 anni, ha cercato di fare il disinvolto, ma si vedeva lontano un miglio che qualcosa non quadrava. L’uomo, visibilmente teso e goffo, non è passato inosservato agli agenti, che hanno deciso di ispezionare il mezzo. E meno male. 

  A dare il colpo di grazia al "trasportatore" sono stati Betty e Dante, i cani antidroga, veri protagonisti di questa storia. Fiuto infallibile, neanche fosse un film, e in pochi minuti il carico è saltato fuori: trenta chili di polvere bianca, un valore da capogiro sul mercato, pronto a riempire le piazze di spaccio. E il camion? Sarà esaminato con cura, perché chissà, magari nei cassetti c’è ancora qualcosa. Non si sa mai. Intanto il 37enne è stato arrestato in flagranza di reato, accusato di traffico di stupefacenti, con buona pace di chi lo aspettava a destinazione. Ma la vera domanda è un’altra: fino a quando? I porti della Sardegna sono diventati uno snodo chiave per traffici illeciti, mentre i criminali continuano a inventarsi di tutto per passare inosservati. Mobili, frutta, pesce, tanto vale aspettarsi un carico di cocaina nascosto in un presepe. Eppure, è sempre la stessa storia. Ci scandalizziamo, ma sappiamo bene che non sarà l’ultimo colpo. Per ogni carico scoperto, chissà quanti riescono a sfuggire. E allora ci si chiede: cosa serve per mettere fine a questo circo? Forse una rivoluzione dei controlli, un investimento più serio in sicurezza, o magari un po’ più di fortuna. Per ora, ci resta solo l’amara soddisfazione di sapere che questo carico non arriverà mai sulle strade. Ma è abbastanza?

Cronaca

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