Alghero: il progetto boe ridimensionato, ma le imprese nautiche restano insoddisfatte

  La Regione Sardegna ha annunciato un ridimensionamento del controverso progetto di installazione di boe nella Zona Speciale di Conservazione (ZSC) di Capo Caccia, Foradada, Piana e Punta Giglio, all'interno dell'Area Marina Protetta di Porto Conte. Una decisione che sembra accogliere le preoccupazioni sollevate dagli ambientalisti e dall'Amministrazione comunale di Alghero, ma che non soddisfa le imprese del settore nautico. Secondo quanto riportato, il numero complessivo delle boe sarà dimezzato, passando da 125 a 63, con l'eliminazione di quelle previste a meno di 100 metri dalle falesie. Nella Baia delle Ninfe, ad esempio, si passerà da sei boe a cinque, mentre nell’intera area marina protetta il totale scenderà da 80 a 18. Tra le prescrizioni aggiuntive: un monitoraggio accurato dello stato del posidonieto prima e dopo le stagioni di utilizzo, la rimozione delle strutture alla fine dell’estate, e la predisposizione di un piano di gestione e manutenzione prima dell’avvio dei lavori.

  Parallelamente, nell'area sono in corso i lavori per l'installazione di 60 boe previste dal progetto PAF, finanziato con fondi regionali, che contribuiscono a tenere alta la tensione tra gli operatori nautici. Il presidente della CNA Territoriale di Sassari, Gianni Sale, ha espresso la delusione delle imprese del settore: "Il numero di boe resta eccessivo, e così non si eliminano i rischi economici per la nautica da diporto e l’intera filiera". Gli fa eco il vicepresidente regionale Angelo Angius, che definisce il ridimensionamento una "non soluzione": "La Regione avrebbe dovuto bloccare totalmente il progetto. In un momento economico così difficile per il Nord Sardegna, serviva un piano più ampio per sostenere l’intera economia locale". Secondo la CNA, la vera priorità per il territorio è un approccio che preveda investimenti infrastrutturali concertati con istituzioni e portatori di interesse. "Solo approvando il Piano del Porto di Alghero e un serio piano di investimenti infrastrutturali si può invertire il declino economico di questa area", concludono i dirigenti territoriali.

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