La Sardegna continua a scommettere sul turismo lento, destagionalizzato e sostenibile. Con quindici sentieri che si estendono per un totale di 800 chilometri, l'isola offre un'esperienza unica ai viaggiatori in cerca di contatto con la natura, la cultura e la spiritualità. Questo ambizioso progetto, denominato "Noi Camminiamo in Sardegna 2024", è frutto dell'assessorato regionale al Turismo, attualmente guidato da Franco Cuccureddu, ma affonda le sue radici nell'impegno della precedente legislatura, con l'ex assessore Gianni Chessa a promuovere il concetto di turismo lento già dal 2020.
Durante il mandato di Chessa, si è dato impulso a una serie di percorsi spirituali e culturali, tra cui il Cammino di Sant'Efisio, il Sentiero Minerario di Santa Barbara e il Cammino di Santu Jacu, collegando così luoghi di grande significato storico e religioso. Grazie a un finanziamento di 3,5 milioni di euro, ottenuto attraverso il Ministero del Turismo, sono stati realizzati interventi per migliorare l'infrastruttura turistica: segnaletica, tracciati sicuri e servizi di accoglienza sono stati implementati lungo questi percorsi che attraversano borghi, boschi e antiche miniere.
L'attuale assessore Cuccureddu ha proseguito l’opera, ampliando e potenziando i sentieri per renderli veri e propri attrattori turistici anche in vista del Giubileo del 2025, un evento che potrebbe portare milioni di pellegrini in Sardegna. Tra i percorsi di maggiore rilievo figurano otto cammini spirituali, tra cui sette già iscritti al registro regionale: il Cammino di San Giorgio, il Francescano in Sardegna, il Cammino delle 100 Torri e il progetto pilota Cammino dei Beati, che attraversa cinque comuni nel cuore del nuorese.
La terza edizione del progetto, iniziata il 30 settembre, ha coinvolto oltre 70 comuni e più di 500 partecipanti tra operatori del settore turistico e comunicazione. L'iniziativa non si limita a valorizzare i percorsi religiosi, ma si estende anche ai luoghi più suggestivi della Sardegna, come le falesie a picco sul mare, i siti minerari e archeologici, boschi secolari e dune di sabbia. "Il turismo lento", ha dichiarato Cuccureddu, "rappresenta una delle maggiori opportunità per lo sviluppo economico dei territori coinvolti, permettendo di diversificare l'offerta turistica per tutto l'anno".
Oltre agli itinerari, è prevista anche una rete di accoglienza ben strutturata, con Bed & Breakfast, alberghi e conventi lungo il percorso, che offrono ospitalità a prezzi accessibili. Il progetto non si limita a promuovere il turismo, ma mira anche a valorizzare il patrimonio culturale e ambientale della Sardegna, puntando a un turismo più consapevole e rispettoso delle tradizioni locali.
Il programma si concluderà il 5 ottobre a Cala Gonone con una conferenza che riassumerà le esperienze vissute lungo i cammini, e il 4 ottobre a Galtellì è previsto un appuntamento per tutti i camminatori. Sardegna non è solo mare, e progetti come questo sono la prova che l'isola ha molto altro da offrire, con un turismo che guarda sempre più al futuro, senza dimenticare la sua millenaria tradizione di accoglienza e spiritualità.