Nel silenzio delle campagne di Siamanna, giovedì 12 settembre, i Carabinieri della Compagnia di Oristano hanno portato alla luce una realtà che avrebbe potuto passare inosservata a uno sguardo meno attento.
Durante un controllo in un'azienda agricola, nell'ambito delle operazioni volte a contrastare le violazioni delle norme comunitarie e l'abigeato, i militari hanno scoperto una vasta piantagione di canapa nascosta tra gli ovili.
A prima vista, poteva sembrare una coltivazione di canapa sativa destinata a usi industriali, ma l'occhio esperto dei Carabinieri ha saputo andare oltre le apparenze. Il campionamento di alcune piante e le immediate analisi di laboratorio svolte dal RIS di Cagliari hanno rivelato una verità ben diversa: il contenuto di THC superava di gran lunga i limiti consentiti dalla legge.
Non si trattava di canapa legale, ma di marijuana pronta per alimentare il mercato illecito.
Sono stati arrestati due uomini, un oristanese e un nuorese, entrambi con precedenti penali. Hanno tentato di giustificare la presenza delle circa 5.000 piante esibendo documentazione e motivazioni che non hanno convinto gli inquirenti.
Le piante, per un totale di 5.000 unità e un peso complessivo di 700 chilogrammi, sono state immediatamente sequestrate.
I due sono stati condotti presso il carcere di Oristano e dovranno rispondere all'Autorità Giudiziaria del reato di produzione di sostanze stupefacenti, aggravato dall'ingente quantità e dalla complicità nel commetterlo.
L'operazione dei Carabinieri non solo sottrae al mercato illegale una quantità considerevole di droga, ma lancia anche un segnale chiaro a chi pensa di poter aggirare la legge sfruttando le pieghe normative e le zone rurali meno controllate.
È importante sottolineare che il procedimento penale è attualmente nella fase delle indagini preliminari e che i due uomini sono da considerarsi presunti innocenti fino a sentenza definitiva, come garantito dal nostro ordinamento giuridico.
Questa operazione mette in luce, ancora una volta, l'impegno e la professionalità delle forze dell'ordine nel contrastare attività illecite che minacciano la sicurezza e la salute della comunità. In un territorio dove la tradizione agricola è fonte di orgoglio e sostentamento, episodi come questo rischiano di gettare un'ombra su chi lavora onestamente la terra.
La giustizia farà il suo corso, ma intanto le 5.000 piante di marijuana non arriveranno sulle strade delle nostre città. Un risultato che deve rendere soddisfatti non solo i Carabinieri coinvolti nell'operazione, ma tutti noi cittadini.