Una domenica mattina movimentata ha visto al centro dell'attenzione le stazioni dei carabinieri di Narbolia e Milis. Il 17 settembre, gli ufficiali hanno dato seguito ad una misura cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Oristano, ponendo agli arresti domiciliari due individui residenti a Narbolia, entrambi con un passato alle spalle contrassegnato da precedenti penali.
Il contesto di questo inaspettato atto criminale? Un terreno agricolo, la cui produzione principale era caratterizzata da meloni. Secondo quanto ricostruito, il 30 agosto i due avevano fatto irruzione nella proprietà di un concittadino con l'intento di sottrarre la succosa frutta. La scena, tuttavia, ha preso una piega inaspettata e tragica quando i due sono stati scoperti da due donne, tra le quali figurava la compagna del legittimo proprietario del terreno.
Pur nella loro sorpresa, invece di optare per una fuga immediata, uno dei malfattori ha brutalmente aggredito una delle donne, afferrandola al collo e percuotendola con violenza. L'arrivo di altre persone ha finalmente spinto la coppia a desistere e a darsi alla fuga.
La donna aggredita è stata prontamente soccorsa e trasportata al pronto soccorso dell’ospedale di Oristano, dove, una volta stabilizzata, ha potuto sporgere denuncia.
Grazie alla sua testimonianza e alle indagini rapide e precise dei carabinieri, è stato possibile ricostruire l'intera vicenda e identificare i responsabili.
Uno degli arrestati, già noto alle forze dell'ordine per altri crimini, era detenuto nel carcere di Massama e ha ricevuto notifica del nuovo provvedimento mentre era in custodia. L'altro, invece, oltre agli arresti domiciliari, è stato sottoposto alla misura del braccialetto elettronico.
La comunità di Narbolia è rimasta scossa da questo episodio, un amaro monito su come un'apparente banalità possa sfociare in un atto di inaudita violenza. La rapida azione delle forze dell'ordine dimostra, tuttavia, la loro dedizione nel proteggere la comunità e assicurare che chi agisce fuori dalla legge venga chiamato a rispondere delle proprie azioni.