La Vuelta attraversa le Alpi e cambia padrone. A Voiron, dopo 206 chilometri di
battaglia tra Italia e Francia, Ben Turner firma il colpaccio della carriera precedendo
Jasper Philipsen in uno sprint che sembrava cucito addosso al belga. Ma è David
Gaudu la vera notizia di giornata: il capitano della Groupama-FDJ conquista la maglia
rossa strappandola dalle spalle di Jonas Vingegaard per questione di millimetri
cronometrici.
La partenza da Susa promette spettacolo fin dai primi chilometri. Il plotone non ha
ancora smaltito la neutralizzazione che già si scatena la bagarre: Joel Nicolau della
Caja Rural prova il primo strappo insieme a Kelland O'Brien e Jonas Gregaard, ma il
gruppo ha fretta di sistemare le cose prima delle montagne. Dopo diversi tentativi, la
fuga buona si forma al chilometro venti con cinque uomini determinati: oltre a Nicolau,
si uniscono Louis Vervaeke della Soudal Quick-Step, Sean Quinn dell'EF Education,
Kamiel Bonneu dell'Intermarché e Mario Aparicio del Burgos.
Il primo atto della giornata si consuma sul Gran Premio della Montagna di Exilles, dove
Nicolau fa suoi i primi punti precedendo Vervaeke e Aparicio. Il vantaggio cresce fino a
un minuto e mezzo mentre il gruppo, con la Lidl-Trek a fare l'andatura, gestisce senza
affanni. La vera battaglia inizia sul Monginevro, il valico che porta la corsa in territorio
francese.
Qui la fuga tocca i quattro minuti di vantaggio e Louis Vervaeke dimostra di avere le
gambe giuste, vincendo il Gran Premio davanti a Nicolau e Quinn. La discesa verso il
Col du Lautaret vede Quinn provare il colpo del campione: l'irlandese dell'EF
Education si lancia in solitaria guadagnando una trentina di secondi sui compagni di
avventura, ma la sua azione dura poco. Al terzo e ultimo GPM della giornata il gruppo
si ricompatta, anche se il margine dei fuggitivi torna a crescere fino a tre minuti.
La caccia si fa serrata quando mancano centoventi chilometri al traguardo. Alpecin-
Deceuninck, Israel Premier Tech e Lidl-Trek alzano il ritmo e il gap inizia a calare
inesorabilmente. Ai piedi dell'Alpe d'Huez – che resta solo un sogno a destra della
strada mentre il plotone prosegue dritto verso Grenoble – la fuga si sgretola. Mario
Aparicio prova il tutto per tutto con uno scatto disperato, ma la Lidl-Trek non concede
sconti e lo riassorbe immediatamente.
L'ultimo sussulto arriva da Sinuhe Fernandez del Burgos: lo spagnolo conquista una
quarantina di secondi e riesce a tenere il gruppo a distanza per oltre venti chilometri.
Ma anche la sua resistenza si spezza sullo strappo di Claix, l'ultima asperità prima del
rush finale verso Voiron.
Gli ultimi quaranta chilometri diventano un crescendo di tensione. Il traguardo volante
di Noyarey accende gli animi: Mads Pedersen si muove da lontano e batte Ethan
Vernon, con Giulio Ciccone quarto e David Gaudu quinto. Gli abbuoni conquistati in
questa volata intermedia si riveleranno decisivi per la classifica generale.
Bruno Armirail prova l'ultimo colpo di scena lanciandosi in contropiede dopo il
traguardo volante, ma anche il francese della Decathlon viene riassorbito a quindici
chilometri dall'arrivo. Il finale diventa un thriller quando a dieci chilometri dal traguardo
una caduta coinvolge diversi corridori: Jai Hindley, Jay Vine, Fernando Barcelo e
George Bennett finiscono a terra, creando scompiglio nelle retrovie.
Negli ultimi tre chilometri la tensione si taglia con il coltello. David Gaudu si posiziona
strategicamente dietro ai treni dei velocisti, mentre Jonas Vingegaard arretra
volutamente, quasi a concedere la maglia rossa al francese. Le squadre dei sprinter
iniziano la loro danza: INEOS Grenadiers, Israel Premier Tech e Arkéa-B&B Hotels si
contendono le prime posizioni.
L'ultimo chilometro è pura adrenalina. Il Team Picnic PostNL prende l'iniziativa
all'ultima curva, ma gli Alpecin-Deceuninck rispondono immediatamente.
Edward
Planckaert lancia il missile Philipsen che sembra avere la vittoria in pugno, ma da
dietro spunta Ben Turner. Il britannico dell'INEOS, rimasto nascosto nei primi metri
dello sprint, trova il varco giusto e brucia tutti sul filo di lana.
Philipsen deve accontentarsi del secondo posto davanti al compagno di squadra
Planckaert, mentre Ethan Vernon chiude quarto. Ma gli occhi sono tutti puntati sulla
classifica generale: David Gaudu, grazie agli abbuoni conquistati durante la tappa e al
piazzamento identico a quello di Vingegaard, balza in testa alla corsa per somma di
piazzamenti. Il danese della Visma-Lease a Bike mantiene lo stesso tempo del
francese (15:45:50) ma deve cedere la maglia rossa.
Giulio Ciccone resta terzo a otto secondi, mentre Egan Bernal sale al quarto posto a
quattordici secondi. La top ten si completa con Tom Pidcock, Jai Hindley, Santiago
Buitrago, Matteo Jorgenson, Sepp Kuss e Juan Ayuso, tutti racchiusi in sedici secondi.
Per Ben Turner è la prima vittoria in un Grande Giro, un successo che corona una
carriera di sacrifici e che dimostra come nel ciclismo moderno la pazienza possa
ancora prevalere sulla potenza pura. Per David Gaudu, invece, è il coronamento di
una strategia perfetta: il francese ha saputo gestire la tappa senza sprecare energie,
conquistando punti preziosi al traguardo volante e amministrando il finale con
l'esperienza di chi sa quando è il momento di osare.
Domani la Vuelta entrerà nel vivo con la quinta tappa, e la maglia rossa sulle spalle di
Gaudu promette battaglia. Il francese ha dimostrato di avere le gambe per vincere, ma
Vingegaard e gli altri big non resteranno a guardare. La corsa è appena iniziata.