Sinner. Strategicamente, la sua decisione di non giocare la Davis è forse sbagliata. Lui è nel cuore degli italiani. Rinunciare alla maglia azzurra (perché di questo si tratta) ovviamente dispiace a molti. E molti appunto si domandano come mai questo ragazzo gentile, educato, di buone maniere (in campo e fuori), capace di esaltare con le sue imprese sportive, non trovi la possibilità di contemperare la settimana azzurra con i tornei internazionali. È chiaro che la decisione, che lui stesso ha definito complicata, non poteva non scatenare un moto di delusione. La realtà è che Sinner, accanto alla sua grandezza tecnica, ha mostrato una certa fragilità psico-fisica. E l'aspetto dei tempi di preparazione, dei ritmi agonistici, del calendario internazionale dei milionari tornei del grande circuito del tennis evidentemente ha avuto il sopravvento sulla Davis. Peccato, perché la mossa è sicuramente impopolare. Fortemente impopolare. E molti ne hanno approfittato per riproporre, criticamente, il tema della purezza della sua italianità. Perché è "nordico", perché non paga le tasse in Italia (ha residenza a Montecarlo) e via dicendo. Sottolineando come invece non abbia scartato l'impegno dagli sceicchi, che gli ha fruttato un pacco di milioni di petrodollari. Sei per l'esattezza. La realtà è che oggi lo sport è soprattutto un grande business. Comandato dalla TV. E dal portafoglio. Mario Guerrini.