La Todde e la Nuova Sardegna. La Presidente ottiene una nuova intervista a tutto campo. Racconta molte ovvietà e, dal mio punto di vista, non affronta i temi di fondo dell'Isola. Che, dice, ha una voglia sfrenata di essere amata. Non capisco, nell'enfasi del ragionamento, che significhi. I sardi sono noti al mondo per il loro amore per la loro terra. Il nostro vessillo proprio per questo sventola in tutto il mondo. Ma i sardi si aspettano un progetto politico che affronti i nodi strutturali che costringono ogni anno migliaia e migliaia di giovani a cercare altrove un futuro che in Sardegna non trovano. L'indice di povertà è altissimo. I sardi sono fanalino di coda in tema di natalità (problema mondiale). Ma questi pochi indicatori stanno a significare che la mano politica non ha ancora inteso in che modo invertire la spirale che porta all'abisso sociale. Io ringrazio ancora il cielo che la Todde abbia scongiurato la gestione della Regione al cdx. Cagliari pagherà per molti anni il disastro Truzzu. Figuriamoci se avesse vinto lui dopo il quinquennio catastrofico sardista-salviniano con il suo sfascio e la tempesta giudiziaria. Ma il progetto politico, dopo un anno e mezzo, seppure apprezzabile sul piano delle problematiche quotidiane, risulta privo di una azione di lungo respiro. In cui i giovani possano finalmente riconoscersi e sentirsi protagonisti. I paesi si stanno socialmente inaridendo, come una pianta che non riceve acqua. E i segnali sulla governance, anche sulla normalità, sono "non entusiasmanti". Alessandra Todde, dice che il rimpasto di Giunta non la appassiona e che se ne riparlerà più in là. Ma Sanità e Agricoltura sono due emergenze. Che deprimono vasti strati della popolazione. La coalizione è piena di malumori per la gestione di queste realtà. Quando l'allenatore non cambia i giocatori che non funzionano, sul campo i risultati non arrivano. Lo spogliatoio accumula tensione. E la squadra fallisce gli obbiettivi della stagione. Mario Guerrini.