Una morte violenta in un luogo di preghiera. Suor Anselmina Karimi, 65 anni, è stata trovata senza vita nella sala da pranzo del convento di Nkabune, in Kenya, dove dirigeva da vent’anni l’orfanotrofio Meru Children’s Home, sostenuto da diverse associazioni bresciane, tra cui Via Etica ETS e Il Volo di Pietro.
Il corpo della religiosa presentava lividi su mani e gambe e tracce di sangue su bocca e orecchie. È quanto reso noto dalla polizia kenyota, che ha immediatamente aperto un’indagine per omicidio e fermato una consorella della vittima, suor Caroline Kanjiru, appartenente allo stesso ordine, le Suore dell’Annunciazione di Nazareth.
Secondo le prime ricostruzioni, tra le due donne esistevano da tempo tensioni interne, legate alla gestione dell’orfanotrofio e al futuro della struttura. Gli investigatori ipotizzano che tra le religiose possa esserci stata una colluttazione poco prima della morte di suor Anselmina.
Suor Kanjiru, fermata per evitare la fuga, ha dichiarato che la consorella era malata da tempo e sarebbe morta “mentre la stavo portando in ospedale”. Una versione che tuttavia non convince gli inquirenti, in attesa dell’autopsia che dovrà chiarire la dinamica dei fatti.
La notizia ha scosso profondamente la comunità di volontari italiani che collaborano con la missione. “Sister Anselmina è stata una presenza costante e preziosa per tanti bambini e bambine”, hanno scritto i volontari bresciani sui social. “La ricordiamo con riconoscenza e affetto, grati per il cammino fatto insieme. Speriamo che la situazione si risolva presto, soprattutto per garantire serenità ai piccoli ospiti dell’orfanotrofio. Continueremo a sostenerli con ogni mezzo”.