Cagliari. C'era una volta un ospedale. Che funzionava perfettamente. Era il Marino, posto sul lungomare del Poetto, all'interno di una pineta. Era dotato di Pronto Soccorso, Rianimazione, Chirurgia d'urgenza, due ortopedie, 5 sale operatorie, Radiologia, Cardiologia, Laboratorio, Farmacia, Riabilitazione. Il tutto con diverse professionalità che erano eccellenze nei vari settori. Tanto che alcune hanno poi trovato importanti collocazioni all'estero. Quei reparti sono stati smantellati dalla Giunta Solinas in epoca Covid. Ed oggi, idea straordinaria, ospitano gli uffici amministrativi. L'ex DG dell'ASL 8, Marcello Tidore, potè usufruire di importanti uffici dotati di parquet. I reparti cancellati non ebbero alternative adeguate. E parte fu annessa al Brotzu. Il sistema sanitario cittadino subì un collasso devastante, che si sta scontando pesantemente oggi forse più che ieri. Il sindacato dei medici Cimo propone di riattivare nel suo complesso le strutture cliniche del Marino e ridargli la funzione e la dignità di ospedale. Ma l'impresa appare di estrema difficoltà. Demolire è semplice. Ricostruire, soprattutto in campo sanitario, è complicato. Anche questa è la testimonianza, forse la più eclatante, della follia organizzativa della triade composta dall'ex Governatore Solinas con i suoi assessori alla sanità, Nieddu prima e Doria poi. Sulla pelle dei sardi. Mario Guerrini.