Cagliari. Aveva appena 38 anni, Maddalena Carta. Era un medico di base. A Dorgali, nel nuorese. Dicono che si dedicasse anima e corpo ai suoi pazienti. Ai 1500 canonici se ne sono aggiunti molti altri perché alcuni suoi colleghi sono andati in pensione. Il suo attaccamento al lavoro le ha fatto verosimilmente trascurare la sua salute. Ha sottovaluto un malore e quando si è resa conto della gravità era ormai troppo tardi. Sostanzialmente è morta di lavoro nella Sanità Sarda. Il caso ha destato scalpore in tutta Italia. Proprio un paio di giorni fa avevo scritto che la riforma del sistema salute nell'Isola deve ripartire dalle condizioni di lavoro dei medici.
Così come per gli infermieri e gli altri operatori sanitari. Sottoposti a turni di lavoro stressanti, a carichi di responsabilità inaccettabili. Il disastro della disorganizzazione ha portato a questa conseguenza letale. Il lavoro dei medici è diventato un incubo. Raccolgo le loro confessioni, i loro disappunti, le loro difficoltà. Fare il medico è ormai insopportabile. Nessuno mostra più entusiasmo e passione per la professione. Di questo passo si va verso il peggio del peggio. Bartolazzi, venuto da Roma, probabilmente non ha ancor realizzato la realtà in cui è precipitato. La Sanità è il problema primario di una comunità. Il diritto alla salute è il segno principale di civiltà. In Sardegna neanche la morte di un medico per la sua generosità sembra scuotere le coscienze. La politica non è la soluzione. È il problema. Evidentemente. Mario Guerrini.