BARI SARDO – Un sacerdote ortodosso, una tragedia personale e il cammino silenzioso verso la riconciliazione. Sabato 28 giugno, alle ore 21, il MAB – Centro Culturale d’Arte di Bari Sardo (Vico III Trento) ospiterà all’aperto la proiezione del docufilm La vita sopra ogni cosa. Storia di un padre ortodosso in Sardegna, diretto da Karim Galici. Un’opera intensa, che mescola con delicatezza racconto individuale e riflessione collettiva, all’interno della rassegna itinerante Gli Incontri del Cinema per il Sociale promossa dall’associazione Cittadini del Mondo con il sostegno della Fondazione di Sardegna e in collaborazione con il Comune di Bari Sardo.
Il film narra la vicenda reale di un sacerdote ortodosso che, travolto da una dolorosa perdita, trova la forza di trasformare il proprio dolore in un messaggio di speranza. Al centro della narrazione, il rapporto tra la comunità ortodossa e quella cattolica nell’isola, il dialogo tra fedi diverse, ma unite nel bisogno comune di senso, accoglienza e redenzione. Un racconto sobrio e profondo, che si radica nel paesaggio umano e spirituale della Sardegna, terra da sempre attraversata da popoli, culture e storie intrecciate.
La serata sarà introdotta dai saluti istituzionali dell’Assessore Maria Francesca Uda, con delega al Sociale, alla Scuola, alla Cultura e alle Tradizioni. A seguire, l’intervento di Natallia Matusevich, referente per l’Ogliastra dell’associazione Cittadini del Mondo, che offrirà una testimonianza personale, frutto di anni di impegno nel promuovere il dialogo interculturale e la convivenza. Un contributo che arricchirà il dibattito, aiutando il pubblico a cogliere i molteplici livelli di lettura dell’opera.
L’iniziativa si inserisce in un percorso più ampio che, attraverso il cinema, cerca di stimolare riflessioni su inclusione, identità e memoria condivisa. La vita sopra ogni cosa non è soltanto un film, ma uno strumento per far emergere ciò che spesso resta nascosto: la fatica del vivere, la forza del perdono, la possibilità di costruire ponti laddove tutto sembrava perduto.
L’ingresso è libero.