Un appello secco, diretto e senza giri di parole. Il consigliere comunale di Noi Riformiamo Alghero, Alberto Bamonti, lancia un invito pubblico alla presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde: «Istituire subito finanziamenti a fondo perduto per le cooperative edilizie, per affrontare con urgenza il problema della casa ad Alghero e in Sardegna, e per far utilizzare le aree disponibili alla legge 167».
Bamonti non fa sconti a nessuno e descrive senza mezzi termini la drammaticità della situazione: «Inutile rimarcare che l’acquisto di una casa si è trasformato in una vera e propria sfida per molte famiglie e giovani. I costi delle abitazioni sono aumentati in modo esponenziale e proibitivo, rendendo l’accesso alla proprietà un obiettivo sempre più difficile da raggiungere».
A pesare, secondo l’esponente algherese, sono soprattutto la crisi economica, il blocco del mercato del lavoro e l’incremento dei prezzi dei terreni edificabili, «soprattutto dovuti alla mancanza del PUC», che ha finito per allargare la forbice tra domanda e offerta. Il risultato? «Molte persone sono rimaste senza la possibilità di realizzare il sogno di una casa propria».
Da qui la proposta: inserire nella legge di bilancio regionale fondi a fondo perduto destinati alle cooperative edilizie. Una misura che, secondo Bamonti, permetterebbe di rimettere finalmente in funzione la legge 167, quella che consente al Comune di acquisire aree da destinare all’edilizia economica e popolare, da cedere in diritto di superficie o di proprietà, con l’obiettivo di costruire abitazioni complete di servizi a prezzi contenuti.
Una visione politica che affonda le radici nei principi di equità sociale: «L’obiettivo è garantire un diritto fondamentale come quello alla casa, soprattutto ai ceti meno abbienti, che oggi si trovano spesso esclusi dal mercato immobiliare, senza peraltro poter trovare una casa in affitto».
Ma l’appello non si ferma qui. Secondo Bamonti, si tratterebbe anche di un volano per l’economia e per l’occupazione: «Implementare questa misura significherebbe non solo facilitare l’accesso alla casa per molte famiglie, ma anche creare nuove opportunità di lavoro e stimolare l’indotto economico locale».
Il messaggio alla presidente Todde è chiaro, e non lascia spazio a temporeggiamenti: «È il momento di agire con decisione, adottando politiche che mettano al centro il diritto alla casa come elemento fondamentale di dignità e benessere sociale. Solo così potremo affrontare efficacemente le difficoltà di oggi e costruire un futuro più equo e solidale».