Cous cous alla Carlofortina

Tra le pietanze più popolari dell’isola sarda di Carloforte, San Pietro, c’è il cous cous alla carlofortina. Conosciuto anche come Cascà a Tabarkin, questo piatto s’ispira alla cucina araba di Tabarca, isolotto africano tunisino, dove si trasferirono i Liguri nella prima metà del Cinquecento che, in seguito nel 1738, i loro discendenti si stabilirono a Carloforte.

È durante la loro permanenza in terra tunisina (prima nell’isola di Tabarca, come pescatori di corallo, e successivamente a Tunisi, come schiavi) che i Carlofortini entrano in contatto con il cous cous.

Nella lingua tabarchina con il termine Cascà o Cashcà si indica sia la pietanza, sia la couscoussiera, il recipiente in terracotta forellato dove la semola viene cotta a vapore.

Questo piatto viene preparato in occasione della festa di San Carlo il 4 novembre e nel mese di Aprile, in occasione della sagra.

Si tratta di una preparazione molto saporita, che viene realizzata con diverse varietà di verdure e legumi ed è ideale da portare in tavola come primo piatto o come piatto unico.

Ingredienti per 4 persone

Per il cous cous: Semola grossa250 g Olio extravergine d’olivaq.b. Saleq.b.

Per il condimento:Ceci200 g Verza250 g Cavolfiore150 g Fave200 g Carote2 Cipolla50 g Zucchine1 Melanzane1 Aglio1 spicchio Garam masala1 cucchiaio Finocchiettoq.b. Brodo vegetaleq.b.Olio extravergine d’olivaq.b.Saleq.b.


Ecco tutti i passaggi per preparare un gustosissimo cous cous alla carlofortina:

Prima di preparare il cous cous alla carlofortina, ricordate di mettere in ammollo i ceci con almeno 12 ore di anticipo. Dopo averli ammollati, potrete procedere alla preparazione del cous cous. Mettete sul fuoco una pentola con abbondante acqua; vi servirà per la cottura a vapore del cous cous. Tenete a portata di mano anche una ciotolina con dell’acqua tiepida, il sale e l’olio extra vergine di oliva.

Versate la semola in una ciotola capiente, unitevi 2 o 3 pizzichi di sale e spruzzate un po’ di acqua con le dita. Cominciate a lavorare la semola con una mano, muovendola in senso orario e continuando a spruzzare l’acqua. Continuate in questo modo per circa 10 minuti, fino a che la semola non raddoppia il proprio volume, formando delle piccole palline. Lavorate il cous cous per alti 15 minuti circa, sempre mescolando in senso orario, spruzzando l’olio invece dell’acqua. Una volta ottenuto il cous cous, versatelo nella cuscussiera, ponetela sopra la pentola con l’acqua in ebollizione e cuocetelo per circa 2 ore, mescolandolo di tanto in tanto.

Nel frattempo, iniziate a preparare le verdure che costituiranno il condimento del cous cous. Per prima cosa, cuocete i ceci in acqua leggermente salata, insaporendoli con il finocchietto; ci vorranno circa 2 ore, perché siano pronti. Preparate un trito con l’aglio e la cipolla e metteteli a soffriggere in una padella dai bordi alti. Lasciateli rosolare per pochi minuti, poi unitevi le carote, le fave sgusciate, le zucchine tagliate a rondelle, la verza tagliata a listarelle e la melanzana e il cavolfiore tagliati a cubetti. Insaporite le verdure con un po’ di sale e la miscela di spezie garam masala (composta da cumino, noce moscata, chiodi di garofano, coriandolo, pepe nero, noce moscata, cardamomo e curcuma) e copritela con il brodo vegetale. Impiegheranno circa 40 minuti per cuocere.

Quando tutti gli ingredienti del piatto saranno pronti, versate il cous cous in una ciotola sufficientemente grande e conditelo con i ceci e le verdure. Adesso, il cous cous alla carlofortina è pronto per essere gustato.

Curiosità

In Sardegna, ogni piatto è una storia: ecco perché non esistono ricette ufficiali
La Sardegna non ha mai ottenuto un prodotto con denominazione DE.CO. (Denominazione Comunale) e la ragione di questa assenza è affascinante e peculiare. In Sardegna, la cucina non è solo una questione di piatti e ingredienti, ma di tradizioni familiari e locali. Ogni comune, e spesso anche ogni famiglia, ha la propria versione di un piatto tradizio...

Pasqua in Sardegna: tra riti antichi e sapori rinnovati
La cucina sarda durante la Pasqua ha origini antiche, radicate nella tradizione agro-pastorale dell'isola. In passato, le festività pasquali rappresentavano un momento di rinascita spirituale e di abbondanza dopo la Quaresima, e la tavola si riempiva di piatti simbolici e nutrienti.

Origini della Carbonara: storia e ingredienti di un classico romano
La pasta alla carbonara è uno dei piatti simbolo della cucina italiana, in particolare di quella romana. Anche se molti pensano si tratti di una ricetta antica, le sue origini sono in realtà piuttosto recenti e risalgono alla metà del Novecento. La teoria più diffusa fa risalire la nascita della carbonara al 1944, durante la Seconda Guerra Mondi...

I papi, Storia e segreti: Papa Eutichiano (275-283)
Papa Eutichiano fu il 27° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica. Il suo pontificato si svolse dal 4 gennaio 275 fino alla sua morte, avvenuta il 7 dicembre 283. Secondo il Liber Pontificalis:Nato in Tuscia, figlio di Marino, della città di Luna, ricoprì la carica per 1 anno, 1 mese e 1 giorno. Fu vescovo al tempo di Aureliano, dal 3° co...

Il pesce d'aprile: Storia, Tradizioni e significati di una festa globale
Il Pesce d'Aprile rappresenta una delle tradizioni più curiose e diffuse al mondo, dedicata interamente al divertimento e all'inganno bonario. Questa usanza, celebrata il primo giorno di aprile, invita persone di ogni età a realizzare scherzi ai danni di amici, familiari e colleghi. Sebbene le sue origini siano avvolte nel mistero, con diverse teor...

Cassola di Pecora di Neoneli: Un'Analisi Storica, Gastronomica e Culturale
Nel 2025, la Sardegna ha visto crescere il suo patrimonio gastronomico, passando da 269 a 274 prodotti, con l'aggiunta di due nuove specialità provenienti da Neoneli, un paese della provincia di Oristano che ha da tempo fatto della valorizzazione enogastronomica un suo punto di forza. I prodotti sono la Cassola di pecora e l’Ortau di pecora di Neo...