Nel Consiglio Comunale di Alghero, la questione dei graffiti d’odio è diventata un campo di battaglia verbale, dove maggioranza e opposizione si sono fronteggiate con toni accesi, ma senza trovare un punto d’incontro. Al centro, un Ordine del Giorno proposto dal consigliere di Fratelli d'Italia Alessandro Cocco, volto a contrastare le scritte che insudiciano i muri della città con messaggi di intolleranza.
Il dibattito, però, si è incagliato su divergenze di principio e di metodo. I gruppi di maggioranza, con voce compatta, hanno preso le distanze dal testo di Cocco, pur dichiarando la loro “ferma condanna a ogni forma di odio, discriminazione e violenza, in tutte le sue manifestazioni: dall’antisemitismo al razzismo, dalla violenza di genere all’omotransfobia, dall’odio politico a quello religioso”. Nel loro intervento, hanno rimproverato al consigliere dell’opposizione una visione troppo ristretta, che si concentrava sull’antisemitismo senza abbracciare un approccio più inclusivo. Gli emendamenti proposti – respinti da Cocco e dai suoi – miravano a estendere la condanna a razzismo, islamofobia, omotransfobia e ogni forma di discriminazione, per non lasciare zone d’ombra in un tema che richiede chiarezza assoluta.
“Una società democratica e inclusiva si fonda su valori universali che non possono essere piegati a esigenze di polemica o propaganda politica”, hanno ribadito i gruppi di maggioranza, sottolineando come il rifiuto degli emendamenti abbia portato al voto contrario e alla bocciatura dell’Ordine del Giorno. Hanno poi aggiunto un monito: “Non risultano alla nostra attenzione evidenze dell’esistenza ad Alghero di gruppi organizzati e strutturati che diffondano ideologie estremiste o violente”. Un invito implicito all’opposizione a fornire prove concrete, rivolgendosi alle Forze dell’Ordine piuttosto che al clamore del dibattito politico. La maggioranza si impegna a proseguire “con equilibrio, responsabilità e senza ambiguità” per un’Alghero più aperta e solidale, nel rispetto dei valori costituzionali.
Non si è fatta attendere la replica del centrodestra, che ha affilato le armi della polemica. “In un momento preoccupante per il ritorno dell’estremismo violento e dell’antisemitismo, la sinistra algherese ha scelto di voltarsi dall’altra parte”, hanno tuonato i capigruppo Alessandro Cocco, Marco Tedde, Raffaele Salvatore, Michele Pais e Massimiliano Fadda. La loro accusa è pesante: il voto contrario della sinistra all’Ordine del Giorno – definito “semplice, civile, ispirato all’articolo 3 della Costituzione” – sarebbe un atto di complicità verso chi semina odio, un insulto a chi lavora per una città più decorosa e sicura.
“La sinistra ha preferito votare contro. E lo ha fatto con motivazioni imbarazzanti: c’è chi ha minimizzato i contenuti antisemiti, chi ha fatto finta di non vedere, chi ha cercato di spostare il discorso su altri temi”, proseguono i consiglieri, dipingendo un quadro di reticenza e ambiguità. Per il centrodestra, il testo proposto chiedeva solo “di rimuovere i graffiti d’odio, di rafforzare la vigilanza contro il vandalismo e di promuovere iniziative educative nelle scuole”. Il rifiuto della sinistra, a loro avviso, tradisce una paura di scontentare “qualche frangia estremista e intollerante”, lasciando Alghero “ostaggio di simboli violenti, scritte inneggianti al terrorismo, insulti politici e intimidazioni”.
Il centrodestra non indietreggia: “Come centrodestra difenderemo sempre i valori non negoziabili della libertà, del rispetto e della legalità”. E promette di continuare la battaglia per ripulire la città, dentro e fuori le aule del Consiglio.