L'amico fraterno di Meloni: Chi è Paolo Truzzu, il candidato di FdI in Sardegna

  Sarà che nella politica di oggi si cercano ancora certezze, o forse è solo la nostalgia per le vecchie alleanze forjate nel tempo, ma la storia di Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari e candidato di Fratelli d'Italia per la presidenza della Sardegna, ha del romanzesco. 

  Una figura che riporta ai tempi andati, dove l'amicizia e la lealtà politica si intrecciavano come i rami di un vecchio ulivo sardo. E chi è Paolo Truzzu, vi chiederete. Un uomo di profonda fede cattolica, cresciuto nell'ombra di un politichese che ormai sembra essersi estinto, insieme a quella sua amica fraterna, Giorgia Meloni, oggi premier. 

  Un'ascensione politica che sa di destino, di quelle strade che si incrociano e si rincorrono, finendo per unirsi in un unico traguardo. Truzzu non è un uomo di molte parole, ma di fatti. Qualcuno lo ricorderà per quella foto del 2016, l'avambraccio in mostra con una scritta 'Trux'. 

  Una goliardata, hanno detto, un gesto di solidarietà nei confronti dell'ex calciatore Di Canio, sospeso da Sky per un tatuaggio di stampo fascista. Un episodio che, a ben vedere, ha il sapore di quei tempi dove la politica si mescolava con la passione, e dove la goliardia era ancora permessa, senza che il mondo si sollevasse in un coro di indignazione.

  E oggi, Truzzu si trova davanti a una nuova sfida: quella di governatore. Una corsa che non sarebbe stata possibile senza il placet di Giorgia Meloni, che in lui vede non solo un amico fraterno, ma un compagno di mille battaglie politiche. Una fiducia che nasce non solo dalla condivisione di ideali, ma anche da quella passione calcistica per il Cagliari, squadra per cui Truzzu perde letteralmente le staffe quando le cose non vanno per il verso giusto. 

  Truzzu è così, un miscuglio di passione e politica, di fede e di amicizia, un uomo che sembra uscito da un'altra era, dove la politica aveva ancora un volto umano, e dove le alleanze erano fatte di più che semplici calcoli elettorali. 

  Una figura, insomma, che ci riporta a un'Italia che forse non c'è più, ma che in lui sembra trovare un ultimo baluardo nelle prossime elezioni sarde del 25 febbraio

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