Un segno semplice, ma di quelli che restano impressi. Una sedia vuota, un posto riservato a chi non c’è più. Così il Difensore civico della Regione Sardegna, Anna Maria Busia, ha aderito all’iniziativa nazionale “Posto occupato”, dedicata alle donne uccise dalla violenza maschile.
«Ciascuna di quelle donne – ricorda il manifesto dell’iniziativa – prima che un marito, un ex, un amante o uno sconosciuto decidesse di porre fine alla sua vita, occupava un posto a teatro, sul tram, a scuola, in metropolitana, nella società. Questo posto vogliamo riservarlo a loro, affinché la quotidianità non lo sommerga».
Busia, in una lettera aperta inviata alle istituzioni, alle scuole e alle amministrazioni locali, ha richiamato tutti a un gesto di consapevolezza e responsabilità. «La violenza sulle donne – scrive – non può essere trattata come un fatto privato. È un problema sociale, culturale, politico. E riguarda tutti».
Il Difensore civico chiede che l’iniziativa venga diffusa anche nei luoghi pubblici dell’isola: nei municipi, nelle aule consiliari, nelle scuole. Non per cerimonia, ma per memoria. «Quel posto vuoto – sottolinea – è un invito a non voltarsi dall’altra parte, a promuovere il rispetto e la prevenzione, soprattutto tra i giovani».
L’appello arriva a pochi giorni dal 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne. In un Paese dove ogni anno si contano decine di femminicidi, e dove troppo spesso la condanna morale si ferma alle parole, il “posto occupato” assume il valore di un piccolo atto di giustizia simbolica.
Perché dietro ogni sedia vuota non c’è un’assenza: c’è una vita spezzata che la società non può permettersi di dimenticare.