C’è una Sardegna che non fa notizia per mare e turismo, ma per ricerca e tecnologia. È quella che lavora silenziosamente nei laboratori e negli ospedali, e che questa volta conquista un riconoscimento nazionale. Il progetto di telemedicina TELEMACO-S, nato all’Università di Sassari, ha ottenuto il secondo premio nella categoria Empowerment al “Patient Engagement Award” di Helaglobe, per la capacità di migliorare la vita dei pazienti e dei loro caregiver.
Il premio, consegnato a Bologna lo scorso 22 ottobre alla dottoressa Valentina Micheluzzi, rappresenta un segnale importante: la telemedicina, spesso evocata come slogan, qui diventa realtà concreta. TELEMACO-S rientra nel più ampio ecosistema dell’Innovazione per la Next Generation Sardegna (eINS), finanziato con fondi del PNRR, che ha destinato oltre 13 milioni di euro allo sviluppo di nuove soluzioni digitali per la medicina preventiva.
Sotto la direzione scientifica del professor Gavino Casu, cardiologo e docente dell’Ateneo sassarese, il progetto punta a unire ospedale e territorio. Un’idea semplice ma rivoluzionaria: curare anche a distanza, senza perdere il contatto umano. Niente più chilometri per un controllo o file interminabili per una visita, ma monitoraggi in tempo reale con dispositivi indossabili, algoritmi di intelligenza artificiale e persino realtà aumentata per la riabilitazione.
“Questo premio – ha spiegato Casu – è un riconoscimento al lavoro di squadra. Ma soprattutto al contributo dei pazienti, che con la loro partecipazione ci hanno insegnato cosa significhi davvero costruire una medicina centrata sulla persona.”
Nel linguaggio burocratico si parla di “integrazione dei percorsi diagnostico-terapeutici”. Tradotto: far sì che il paziente non resti solo, che la tecnologia diventi un ponte e non un muro. In Sardegna, dove le distanze contano più che altrove, l’innovazione può significare non solo progresso, ma anche uguaglianza.
In fondo, dietro sigle e acronimi, TELEMACO-S racconta una storia antica: quella del medico che segue il malato anche da lontano, come un tempo il sacerdote che teneva accesa una lampada nella notte. Solo che oggi, al posto dell’olio, c’è il Wi-Fi.