Era agli arresti domiciliari, ma la passione per la schedina è stata più forte del buon senso. Così un uomo di Olmedo, già finito nei guai per aver minacciato un tabaccaio con una pistola, è stato condotto in carcere dai Carabinieri.
La vicenda, che ha il sapore di una cronaca da paese dove tutti si conoscono, comincia pochi giorni fa. L’uomo, convinto d’essere stato imbrogliato dal terminale del lotto, entra in una tabaccheria di Ittiri furibondo. “Non funziona il bancomat”, protesta. Poi mostra la pistola. Non un giocattolo, ma un’arma vera. E aggiunge parole che fanno gelare il sangue: minacce di morte al commerciante.
Il tabaccaio, che non aveva voglia di finire sulle pagine di cronaca nera, chiama subito i Carabinieri. L’intervento è rapido, “articolato ma fulmineo”, come dicono nei rapporti. I militari di Alghero lo trovano poco dopo a Olmedo, vicino casa. La perquisizione rivela un piccolo arsenale: tre pistole regolari, ma anche 1465 cartucce di vario calibro, dodici coltelli a serramanico e tre pistole a salve modificate per sparare davvero. Una collezione che neppure D’Annunzio avrebbe saputo giustificare con l’amore per l’estetica della guerra.
Il Tribunale di Sassari lo manda ai domiciliari, forse sperando in un ravvedimento. Ma giovedì scorso, come se nulla fosse, l’uomo decide di farsi una passeggiata fino alla ricevitoria per compilare una schedina. La dea bendata, si sa, non premia l’imprudenza: i Carabinieri lo sorprendono, e la misura cautelare si trasforma in reclusione.
Ora si trova nel carcere di Bancali, a disposizione dell’autorità giudiziaria. In attesa di giudizio, con la presunzione d’innocenza intatta ma con un biglietto perdente in tasca.
C’è chi giura che la fortuna aiuti gli audaci. Ma in Sardegna, come altrove, aiuta solo chi sa stare alle regole.