Nietta Condemi De Felice è una delle artiste della scena contemporanea sarda, riconosciuta per il suo approccio innovativo alla tradizione tessile dell’isola. La si ritrova al Museo etnografico di Cagliari, intenta a seguire undici allieve. “Anzitutto voglio ringraziare l’Istituto Superiore Regionale Etnografico (I.S.R.E. n.d.r.) per la disponibilità.-dice l’artista-Sto perseguendo un progetto di tessitura, in modo da far conoscere e non perdere la memoria storica. Ecco perchè è importante il telaio tradizionale, ma anche quello di “fibre art”. Sono una ex insegnante di discipline tessili ed ora seguo le mie allieve. Nello specifico hanno fatto una campionatura di tecniche che termina appunto con l’innovazione dopo il percorso tradizionale”. Dopo Cagliari farà tappa a Nuoro, dove terrà lezioni dal 4 novembre in poi. La sua ricerca artistica si distingue per una profonda connessione con le tradizioni della Sardegna, in particolare con la ricca e variegata tessitura artigianale dell’isola, ma allo stesso tempo si caratterizza per una sperimentazione audace con materiali e tecniche che testimoniano come il passato e l’innovazione possano fondersi, dando vita a un linguaggio contemporaneo capace di evocare la memoria collettiva, pur proiettandosi verso il futuro.
Le radici dell’arte di Condemi De Felice affondano nei complessi motivi ornamentali che contraddistinguono la tessitura tradizionale sarda. I disegni, ricchi di simbolismo e di storia, che nella cultura isolana vengono realizzati su tessuti come il lino, la lana e il cotone, vengono rielaborati dall’artista non in modo filologico, ma attraverso una rilettura personale. L’artista non si limita a riprodurre i motivi tradizionali, ma li reinventa e li trasforma, conferendo loro nuova vita. In questo modo, le forme e i contenuti dei tessuti non sono più soltanto segni e decori, ma diventano parte di un dialogo vivo e dinamico tra passato e presente, tra tradizione e innovazione.
L’artista crea opere che uniscono tessitura e scultura, arricchendo i suoi lavori di una dimensione inaspettata. La tessitura si trasforma in linguaggio del tappeto, dell’arazzo, della scultura tessile, e in questo processo viene abbinata a materiali inusuali come l’oro, creando un’interconnessione con il mondo del gioiello. In questo modo, la sua arte si inserisce in una continua tensione tra il radicamento nella propria terra e il desiderio di esplorare nuovi confini creativi. La tradizione resta la sua base solida, ma la sua ricerca si spinge senza paura verso territori artistici inesplorati. Oltre all’aspetto formale e simbolico, la ricerca di Condemi De Felice è anche costantemente orientata alla scoperta di nuovi materiali, che divengono veicoli per nuove sensazioni e significati. Ogni filo, ogni tessuto, che in passato era visto solo come un materiale da lavorare, diventa ora un elemento che esprime non solo una riflessione estetica, ma anche quella sociale ed ambientale.
L’anima ambientalista dell’artista emerge in modo particolarmente evidente attraverso la sua scelta di impiegare materiali di scarto: frammenti di tessuti, plastica, pezzi di legno o oggetti dismessi. Questa pratica non solo rispecchia una coscienza ecologica e una profonda attenzione verso i temi della sostenibilità, ma incarna anche un concetto di “rinascita” e “trasformazione”. Oggetti che sarebbero destinati a finire nel dimenticatoio vengono restituiti a nuova vita attraverso il processo artistico, acquisendo un significato estetico e valoriale di grande forza. In questo senso, ogni sua opera diventa simbolo di una possibile rinascita, in cui il vecchio cede il passo al nuovo, ma senza dimenticare il suo valore originario. La tessitura, per l’artista, non è solo una tecnica, ma linguaggio che intreccia e rielabora i materiali, ma anche le storie, le esperienze ed i valori che questi materiali portano con sé. Le sue opere non sono semplicemente oggetti da ammirare, ma veri e propri testimoni di un mondo che, nonostante il cambiamento, conserva la memoria delle proprie origini.