Il Cagliari di Pisacane porta a casa un punto sudato e prezioso. Non la vittoria che serviva, ma un pareggio che vale ossigeno. Finisce 2-2 al Bentegodi contro l’Hellas Verona, in una partita tesa come un elastico e decisa da Caprile, portiere miracoloso più volte nel finale.
Pisacane sceglie prudenza: un’unica punta, Borrelli, e centrocampo affollato per tenere il ritmo basso e i rischi sotto controllo. L’idea sembra funzionare, almeno fino al 23’. Gagliardini si infila tra i difensori e di testa porta avanti i gialloblù. Il Cagliari reagisce, guadagna punizioni, ma non punge. E quando l’Hellas prova il raddoppio, Caprile chiude la porta come un vecchio portinaio milanese: niente passa senza il suo permesso.
Nella ripresa però Verona accelera. Al 59’ Orban trova il 2-0 su palla inattiva, e la gara sembra chiusa. Ma il Cagliari ha il vizio di soffrire e resistere. Indrissi, al 77’, accorcia grazie a un assist di Obert e riaccende la partita. Pisacane allora si gioca la carta Pavoletti, il capitano d’altri tempi. Mossa che paga: nel recupero, il “Pavo” serve Felici, che piazza il 2-2 e corre sotto il settore ospiti.
Finisce in parità, tra rimpianti e orgoglio. L’Hellas recrimina, il Cagliari respira. Caprile esce da eroe, Pavoletti da simbolo. E Pisacane, con un punto in più e qualche certezza ritrovata, può guardare al Sassuolo di giovedì con un po’ meno paura e un po’ più di fede.