Tragedia sul cantiere della 131 DCN: operaio precipita da 10 metri, è gravissimo

  Un drammatico incidente sul lavoro ha sconvolto questa mattina la provincia di Nuoro, dove un giovane operaio di 25 anni è precipitato nel vuoto da un'altezza di dieci metri mentre era impegnato nei lavori di manutenzione lungo la Statale 131 Diramazione Centrale Nuorese. L'episodio si è verificato nei pressi della galleria di Pratosardo, alle porte del capoluogo barbaricino, in quello che ormai si configura come l'ennesimo bollettino di guerra delle cosiddette "morti bianche". La dinamica dell'incidente è ancora al vaglio delle autorità competenti, ma secondo le prime ricostruzioni, l'operaio – dipendente di una ditta in subappalto – stava effettuando lavori di manutenzione su una delle strutture del viadotto quando, per cause ancora da accertare, ha perso l'equilibrio precipitando nel vuoto. L'impatto con il suolo ha provocato traumi multipli e ferite gravissime che hanno reso necessario l'immediato intervento dell'elisoccorso. Le operazioni di soccorso sono scattate immediatamente grazie all'allarme lanciato dai colleghi di lavoro presenti sul cantiere.

   Sul posto si sono precipitati i sanitari del 118 con un'ambulanza, seguiti dai vigili del fuoco e da una pattuglia della polizia stradale. Data la gravità delle condizioni del ferito, è stato richiesto l'intervento dell'elisoccorso che ha trasportato d'urgenza il giovane all'ospedale San Francesco di Nuoro, dove ora lotta tra la vita e la morte. Il tratto della 131 DCN dove si è consumata l'ennesima tragedia lavorativa è tristemente noto per essere teatro di frequenti incidenti. Solo negli ultimi mesi, la zona di Pratosardo e la galleria omonima sono state scenario di numerosi sinistri stradali che hanno causato feriti gravi e paralizzato più volte il traffico. La presenza costante di cantieri per lavori di manutenzione e adeguamento dell'infrastruttura rende questo tratto particolarmente critico, con restringimenti di carreggiata che da quattro corsie si riducono a due, creando situazioni di potenziale pericolo tanto per gli automobilisti quanto per gli operai impegnati nei lavori. Il viadotto di Pratosardo rappresenta un punto nevralgico per i collegamenti tra Nuoro e il resto dell'isola, ma la sua conformazione e la necessità di continui interventi manutentivi lo trasformano troppo spesso in una trappola mortale. La galleria omonima, in particolare, è stata più volte teatro di incidenti che hanno richiesto la chiusura temporanea del traffico e l'intervento massiccio dei soccorsi. Questo nuovo incidente si inserisce in un quadro regionale e nazionale drammatico per quanto riguarda la sicurezza sui luoghi di lavoro. Secondo i dati più recenti, la Sardegna ha registrato 26 vittime sul lavoro nel corso del 2024, con la provincia di Nuoro che, nonostante un lieve calo rispetto all'anno precedente, continua a pagare un tributo di sangue inaccettabile. A livello nazionale, nei primi tre mesi del 2025 sono già 210 i lavoratori che hanno perso la vita, con un aumento del 9,9% rispetto allo stesso periodo del 2024. Il settore delle costruzioni si conferma quello più a rischio, con 150 morti accertate nel solo 2023, seguito dalle attività manifatturiere e dai trasporti. Nel comparto edile, infatti, si concentra il 15% del totale degli infortuni in Sardegna, nonostante questo settore occupi solamente il 5,8% della forza lavoro regionale. Un dato che fa emergere con chiarezza l'urgenza di interventi strutturali per garantire condizioni di lavoro sicure e dignitose. Sul luogo della tragedia è immediatamente intervenuto lo Spresal (Servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro) dell'Asl di Nuoro, che ha il compito di ricostruire l'esatta dinamica dell'incidente e accertare eventuali responsabilità. Gli ispettori stanno verificando se siano state rispettate tutte le procedure di sicurezza previste dalla normativa e se i dispositivi di protezione individuale fossero adeguati al tipo di lavorazione in corso. L'indagine dovrà chiarire se l'operaio stesse utilizzando i sistemi di sicurezza anticaduta obbligatori per questo tipo di lavori in quota, se il cantiere fosse regolarmente attrezzato con le protezioni collettive necessarie e se la formazione sulla sicurezza fosse stata erogata correttamente. Troppo spesso, infatti, gli incidenti mortali sul lavoro sono la conseguenza di una catena di omissioni e mancanze che partono dalla progettazione degli interventi e arrivano fino all'esecuzione materiale delle lavorazioni. "Non possiamo abituarci a leggere quotidianamente bollettini di guerra sul lavoro. Ogni incidente rappresenta un fallimento del sistema sicurezza e un richiamo urgente alle responsabilità di imprese, istituzioni e organi di controllo". Queste le parole della segretaria generale della Uil Sardegna Fulvia Murru, che sintetizzano il dramma di una regione e di un Paese che continuano a permettere che il diritto al lavoro si trasformi troppo spesso in una condanna a morte.

   La tragedia di oggi riaccende i riflettori su una piaga che non accenna a rimarginarsi, nonostante le tante promesse e i protocolli di sicurezza che dovrebbero tutelare chi ogni giorno rischia la vita per garantire il funzionamento delle nostre infrastrutture. Il giovane operaio di 25 anni che ora lotta per sopravvivere all'ospedale San Francesco rappresenta l'ennesima vittima di un sistema che antepone troppo spesso il profitto alla vita umana. È inaccettabile che nel 2025 si continui a morire e a rischiare la vita per lavoro. Servono controlli più stringenti, formazione continua, investimenti massicci in sicurezza e una cultura d'impresa che metta al centro la tutela dei lavoratori. Altrimenti, episodi come quello di oggi continueranno a ripetersi con drammatica puntualità, lasciando dietro di sé famiglie distrutte e una comunità che si interroga invano su quando finirà questa strage silenziosa.

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