La Sardegna torna ai vertici delle classifiche più nere: quelle degli incidenti mortali sul lavoro. Nel 2024 l’isola ha registrato 46,8 decessi ogni milione di occupati. Nel 2023 erano 31,2. La media nazionale è 34,1.
“L’impennata degli infortuni mortali in Sardegna nel 2024 è un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. Ogni morte sul lavoro è una sconfitta collettiva”, commenta Pier Luigi Ledda, segretario generale della Cisl Sardegna.
Il dato fa entrare l’isola in “zona rossa”, assieme a Basilicata, Valle d’Aosta, Umbria, Trentino-Alto Adige, Campania e Sicilia. “L’aumento segna un +50% rispetto al 2023 – sottolinea Ledda – e purtroppo i dati del primo semestre 2025 confermano che la mortalità resta altissima”.
Da qui la richiesta: dare attuazione al Patto di Buggerru, firmato ma mai reso concreto. “Non deve restare solo un documento simbolico, ma tradursi in scelte politiche. La prossima legge di bilancio deve stanziare risorse per formazione, più controlli nei settori a rischio, innovazione tecnologica e tutela dei lavoratori più fragili: over 65, giovani e stranieri”, aggiunge il sindacalista.
Un concetto che ripete con forza: “La sicurezza non è un costo. È un investimento per il futuro della Sardegna”.