Sarroch — Le fiamme avevano lambito case, insediamenti rurali e la stessa raffineria Saras. Un fronte di fuoco che, nel pomeriggio del 29 maggio, aveva fatto tremare più di un abitante della zona di Su Leunaxi, nell’agro di Pula. Grazie alla prontezza delle squadre antincendio, il peggio era stato scongiurato. Ma dietro quelle fiamme non c’era il caso: a innescarle, secondo gli investigatori, un ordigno artigianale lasciato con cura e calcolato per far danno.
Ora, dopo un mese di indagini, la Stazione Forestale di Pula ha stretto le manette al polso dell’uomo ritenuto responsabile. «Voglio esprimere un ringraziamento sentito al Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Regione Sardegna, in particolare alla Stazione di Pula, che ha arrestato il presunto responsabile», ha dichiarato la presidente della Regione, Alessandra Todde. Parole di riconoscenza, rivolte a uomini e donne che troppo spesso restano nell’ombra.
Il rogo era partito in una giornata di vento, e le fiamme avevano trovato facile appiglio in pascoli e macchia mediterranea. Sedici operatori — agenti forestali, Vigili del Fuoco, Compagnia barracellare — avevano combattuto con acqua e coraggio, assistiti da cinque mezzi terrestri e un elicottero decollato da Pula, autore di sette lanci. A fine giornata, alle 17:30, il pericolo era stato domato. Ma il lavoro vero, quello che non si vede, era appena cominciato.
Nel punto d’innesco, un ordigno a tempo parzialmente combusto: una firma inequivocabile. Le indagini, partite subito, si sono nutrite di immagini, perquisizioni e interrogatori. Gli elementi raccolti hanno convinto il GIP Giorgio Altieri a disporre gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. «Gravi indizi di colpevolezza», scrive il giudice, confermando che l’uomo aveva pianificato e realizzato il lancio dell’innesco a tempo.
Il comandante del CFVA, Gianluca Cocco, ha voluto ringraziare apertamente «tutto il personale impegnato sul campo e negli uffici», sottolineando il lavoro degli uomini dell’ispettorato di Cagliari, guidati da Carlo Masnata, e della Stazione di Pula, con l’ispettore Massimo Sardara.
Todde, dal canto suo, ricorda che «il lavoro degli agenti della Forestale non si limita allo spegnimento. C’è un impegno investigativo costante per assicurare alla giustizia chi devasta la nostra terra». E aggiunge: «Parliamo di donne e uomini che operano in condizioni estreme, tra caldo, fumo e pericoli. Non arretrano di fronte a nulla, difendendo il bene più prezioso: la nostra terra».
Un arresto che non cancella la ferita, ma segna un punto fermo. La Sardegna arde spesso per mano di pochi criminali. A questi uomini e donne in divisa, invece, spetta ogni estate il compito ingrato di fermare il fuoco e stanare chi lo accende. Un mestiere silenzioso, che non fa rumore, ma che salva vite, pascoli e futuro.