Piazza d’Italia gremita, volti illuminati dall’entusiasmo e dalla memoria, un’intera città che si ritrova per rivivere la stagione che ha cambiato la storia del basket sardo. Così Sassari ha celebrato la Dinamo Banco di Sardegna, a dieci anni dal leggendario Triplete del 2015: Supercoppa Italiana, Coppa Italia e Scudetto. Un’impresa che ha consegnato alla Sardegna una delle pagine più luminose dello sport italiano.
La serata, intitolata "La Notte del Triplete", è stata organizzata grazie al supporto del gold sponsor Reale Mutua, alla collaborazione artistica dell’Ente Concerti Marialisa De Carolis e al sostegno della Nuova Sardegna, che ha curato anche uno speciale inserto distribuito tra i presenti.
A condurre l’evento, la sassarese Elisabetta Canalis, già madrina nel 2015, insieme al caporedattore de La Nuova Sardegna Andrea Sini. Un racconto leggero ma denso di emozioni, tra immagini, testimonianze e musica, anche in diretta su Dinamo TV.
Le note solenni di "O fortuna" dei Carmina Burana, eseguite dal coro dell’Ente Concerti, hanno aperto la serata accompagnando le immagini di un’epopea sportiva ormai scolpita nella memoria collettiva. Poi il saluto del direttore artistico Alberto Gazale, seguito dal sindaco Giuseppe Mascia, che ha annunciato un concorso pubblico per la creazione di un’opera commemorativa nei pressi del palazzetto.
Desirè Manca, assessora regionale al Lavoro, ha sottolineato l’importanza sociale e identitaria dello sport, mentre Luca Filippone, direttore generale di Reale Group, ha parlato di un legame speciale: «Con questa società si entra come sponsor e si diventa tifosi. I valori che condividiamo – restituzione al territorio, coesione, identità – sono alla base di questo legame. Un grazie particolare al presidente Sardara per ciò che ha costruito».
Tre blocchi di ospiti hanno ripercorso, tra aneddoti e sorrisi, la stagione irripetibile.
Nel primo, Jack Devecchi ha parlato del «legame fortissimo tra noi italiani, dentro e fuori dal campo». Brian Sacchetti ha ricordato l’abbraccio con il padre Meo dopo Gara 7: «Un momento che porterò con me per sempre». Massimo Chessa ha raccontato la “maschera del drago”, rito scaramantico creato dal fisioterapista Unali. Jeff Brooks ha ricordato lo spirito di sacrificio: «Sentivo il dovere di tenere unito il gruppo». Massimo Maffezzoli, assistant coach, ha svelato: «Preparare 18 partite in 40 giorni fu una sfida immensa».
Nel secondo gruppo, Matteo Boccolini ha evidenziato la forza fisica e mentale del roster: «Quella squadra aveva una capacità impressionante di rendere quando contava». Shane Lawal e David Logan hanno rievocato il celebre abbraccio di Gara 7, Paolo Citrini ha parlato della gioia di ritrovarsi e Federico Pasquini ha raccontato: «Un gruppo che aveva un’intesa vera con la città. Un’energia contagiosa».
Il terzo gruppo, introdotto dalle immagini dello scudetto conquistato a Reggio Emilia, ha visto sul palco Meo Sacchetti, Manuel Vanuzzo, Rakim Sanders e Matteo Formenti. Quest’ultimo ha ricordato la difesa decisiva su Mitchell a Trento. Sanders, MVP delle finali, ha detto: «In quella squadra non importava chi segnava. L’unico obiettivo era vincere». Sacchetti ha raccontato la diffidenza dei primi anni: «In A2 c’era diffidenza, poi qualcosa è sbocciato. Ricordo i meriti dei giocatori, la crescita di Rakim, il cuore di Shane. E non dimentico Mimì Anselmi, Giovanni Cherchi, Lele Fara». Vanuzzo ha parlato di un gruppo che «ha saputo unirsi quando contava. Questa è stata la nostra forza».
Giuseppe Cuccurese, direttore generale uscente del Banco di Sardegna, ha confessato: «Era adrenalina pura. Quelle partite erano sofferenza e gioia». Cuccurese ha poi annunciato l’ingresso della squadra del Triplete nella Hall of Fame della Dinamo, accolto da un’ovazione.
In chiusura, le parole del presidente Stefano Sardara: «È impressionante vedere piazza gremita dopo dieci anni. Significa che quel legame è ancora forte, è rimasto qualcosa di profondo». Poi: «La Dinamo riparte. C’è entusiasmo, consapevolezza e voglia di lavorare. Sappiamo per chi lo facciamo: ora testa bassa e lavorare».
L’amministratore delegato Francesco Sardara, emozionato, ha aggiunto: «Dieci anni fa ero dall’altra parte del palco. Oggi rivedere questi volti, sentire questo calore, ci ricorda quanto la Dinamo conti per la nostra gente».
Elisabetta Canalis, accompagnata dalla figlia Skyler, ha ricevuto in dono la maglia celebrativa del Triplete e la canotta personalizzata.
La serata si è conclusa con l’anteprima del film sullo scudetto, che sarà disponibile integralmente su Dinamo TV.
Un tributo sentito, un abbraccio collettivo che ha risvegliato ricordi e confermato un’identità che va oltre il parquet: un legame che unisce una città, un’isola e una squadra leggendaria.