Sopralluogo della Commissione consiliare Ambiente al canile comunale di Santa Maria La Palma. A guidarla, il presidente Christian Mulas. Con lui l’assessore Raniero Selva, il dirigente Pietro Nurra e il funzionario Gianfranco Mariano. Persone in carne ed ossa, insomma, e non solo firme in calce ai documenti.
Il canile, come da copione, non è in rovina ma nemmeno in ordine. Le strutture reggono, ma basta uno sguardo per capire che serve manutenzione. Non una catastrofe, ma un’area che pare ferma al secolo scorso. Diciotto ettari: più spazio che idee.
Durante il sopralluogo è emerso, testuale, «un potenziale interessante per un utilizzo futuro dell’area anche in ambito sociale». Detto altrimenti: non sappiamo bene che farne, ma qualcosa si farà. Forse. Prima però bisogna approfondire, acquisire documenti, discuterne in commissione. Tutto giusto. Ma il tempo passa, e i cani aspettano.
Per ora ci si accontenta dell’intenzione. Che è l’anticamera dell’azione, ma spesso anche la scusa del rinvio. E intanto a Santa Maria La Palma resta lì, tra l’erba alta e il rumore di chi abbaia nel silenzio.