Guardia Costiera, 160 anni al servizio dell’Italia: ogni euro investito ne restituisce 1,53 all’economia nazionale

Non è solo una questione di mare. È questione di economia, di uomini e donne in divisa, di infrastrutture, di sicurezza, di bandiera. A Roma, nell’Auditorium INAIL, si è celebrata oggi la Guardia Costiera italiana con la solennità che si deve alle grandi istituzioni repubblicane. E con la concretezza dei numeri: per ogni euro pubblico investito, il Corpo ne restituisce 1,53 all’economia nazionale. Una resa altissima, misurata scientificamente da SRM – Centro Studi di Intesa Sanpaolo, e presentata nel rapporto dal titolo eloquente: “Il contributo della Guardia Costiera all’economia del Paese”.

A presenziare l’evento, accanto al Comandante Generale Ammiraglio Ispettore Capo Nicola Carlone, erano i Ministri Matteo Salvini e Sebastiano Musumeci, testimoni politici di un corpo militare che da 160 anni, senza far rumore, tiene in piedi una buona parte del sistema-Italia.

«I numeri ci dicono con chiarezza che ogni euro investito nella Guardia Costiera genera un valore di 1,53 euro per l’economia nazionale. È una conferma oggettiva dell’importanza strategica del nostro operato e del valore aggiunto che il Corpo produce quotidianamente per il Paese», ha dichiarato l’Ammiraglio Carlone.

Dietro a quella cifra, l’ingranaggio invisibile del quotidiano: 11.000 uomini e donne formati, aggiornati, impiegati in compiti che vanno dal controllo del traffico marittimo alla tutela dell’ambiente, dalla vigilanza sulla pesca alla sicurezza della navigazione, dalla logistica portuale all’applicazione delle normative europee. «Al centro di questo valore - ha evidenziato l’Ammiraglio - ci sono gli 11.000 uomini e donne del Corpo: un capitale umano altamente specializzato su cui continuiamo a puntare, attraverso percorsi formativi mirati e investimenti nella crescita professionale».

Non è retorica, ma realtà che si tocca. Come quella della tecnologia, che rafforza ogni giorno la capacità di intervento e la sorveglianza. Carlone ha richiamato il recente decreto sul VTMIS – Vessel Traffic Monitoring Information System – che consacra il Comando generale quale autorità nazionale per il monitoraggio del traffico marittimo. Un sistema di interconnessione che permette alle diverse amministrazioni di operare all’unisono, senza dispersione di dati, senza sovrapposizioni.

E non è un dettaglio da sottovalutare, in un’epoca in cui i mari sono il crocevia di tutto: migranti, petrolio, crociere, armi, merci. Ma anche norme, direttive europee, controlli serrati. E su questo fronte, la Guardia Costiera ha un merito silenzioso ma determinante: «Garantiamo il rispetto delle normative europee in ambito ambientale, marittimo e portuale, prevenendo l’apertura di procedure di infrazione a carico del nostro Paese», ha ricordato Carlone.

Durante l’evento è stato consegnato anche il “Flag State Performance Award 2024” alla compagnia Carnival Maritime GmbH, per la miglior performance tra le flotte di bandiera italiana, alla presenza dei vertici del gruppo.

Il Ministro Salvini, nel suo intervento, ha voluto tirare le somme con un tono deciso ma asciutto: «La Guardia Costiera è un asset strategico per la crescita del Paese: ogni euro investito si traduce in benefici concreti per cittadini, imprese e istituzioni, a conferma del valore quotidiano che questa Istituzione genera per l’Italia».

In attesa dei prossimi appuntamenti – dalla cerimonia a Civitavecchia il 22 luglio, al Coast Guard Global Summit di settembre – resta un dato scolpito a chiare lettere. Non è un corpo militare come gli altri. È, semplicemente, uno dei motori silenziosi su cui si regge questo Paese.

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