Ad Alghero si predica turismo, ma si pratica incuria. Sulla strada che porta a Capo Caccia, tra i luoghi più fotografati della Sardegna, c’è un cartello turistico riverso a terra da tempo. Nessuno lo raccoglie. Nessuno lo sostituisce. A denunciare l’ennesimo scivolone dell’amministrazione è Christian Mulas, presidente della Commissione Ambiente, che ormai deve intervenire ogni settimana per segnalare lo stato di abbandono della città.
“Giace abbandonato nella cunetta, in balia delle intemperie e dell'indifferenza”, scrive. “Una scena che richiama più un set da film western che una località turistica della Riviera del Corallo”.
Il cartello, sfigurato dal tempo e dai pali spezzati, accoglie i turisti con un messaggio chiaro: qui il decoro è un dettaglio, e i dettagli si ignorano. “Nel periodo estivo quella strada è percorsa da numerosi turisti”, ricorda Mulas. “Il primo messaggio che ricevono è quello di un territorio trascurato”.
Chiede “la rimozione del cartello danneggiato e la sua sostituzione con una nuova segnaletica decorosa e informativa”. Cose ovvie. E per questo ignorate.
Ma la politica locale ha altri pensieri. Prepara convegni, stampa brochure, si pavoneggia nei consorzi di promozione. Poi lascia i cartelli a marcire. Mulas, unico a non perdere il contatto con il terreno – e con la realtà – lo dice chiaro: “Non è solo una questione di decoro urbano, ma di rispetto per il territorio e per chi lo visita”.