USA, Bannon contro Musk: "È un immigrato parassita"

Steve Bannon attacca duramente Elon Musk, definendolo un “immigrato illegale parassita” e accusandolo di voler imporre un “esperimento bizzarro” sul governo federale. Le dichiarazioni dell'ex consigliere strategico di Donald Trump sono arrivate durante un’intervista a UnHerd, poi ripresa dai media americani.

Bannon ha criticato Musk per il suo piano di riduzione delle dimensioni dello Stato federale attraverso licenziamenti di massa, sostenendo che il miliardario sudafricano non rispetta la storia, la tradizione e i valori degli Stati Uniti. L'attacco si inserisce in un clima di crescente tensione tra la vecchia guardia trumpiana e i nuovi alleati del magnate repubblicano, tra cui lo stesso Musk.

L’ex stratega della Casa Bianca ha anche rinfacciato a Musk presunte irregolarità nel suo ingresso negli Stati Uniti, ricordando che per un periodo sarebbe rimasto nel paese senza un visto valido. L’accusa va oltre il semplice attacco personale: Bannon mira a screditare il ruolo di Musk all'interno del movimento populista conservatore, insinuando che il miliardario non sia realmente schierato con la causa di Trump.

Negli ultimi mesi, Bannon ha intensificato le sue critiche verso i miliardari della Silicon Valley che stanno cercando di avvicinarsi all’ex presidente. “Faremo fuori questi tizi”, ha dichiarato nel suo podcast War Room, facendo riferimento non solo a Musk, ma anche a Mark Zuckerberg e ad altri leader del settore tecnologico.

La frattura tra Bannon e Musk riflette un più ampio scontro interno al mondo trumpiano. Da una parte c’è la vecchia guardia, incarnata dall'ex stratega, che punta su un nazionalismo duro e puro. Dall’altra, emergono nuove figure come Musk, che con la sua visione libertaria vuole smantellare lo Stato federale senza però sposare completamente l’agenda tradizionalista e protezionista di Bannon.

Il conflitto evidenzia come il fronte conservatore americano sia tutt’altro che compatto in vista delle elezioni del 2028, con Trump che potrebbe trovarsi a gestire tensioni interne sempre più evidenti tra i suoi sostenitori storici e i nuovi attori del panorama politico ed economico.

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